Someone Somewhere di Cédric Klapisch - la recensione di FilmTv

Le vite di Rémy e Melanie, da poco a Parigi, si muovono parallele: appartamenti contigui, ma distanze siderali, nonostante le routine gemelle fatte di lavoro, relazioni sociali insoddisfacenti e una psicoterapia per scoprire le radici di sofferenze uguali e contrarie (lui ha perso il sonno, lei non fa che dormire). In un mondo ultraconnesso si è comunque isolati, Tinder è il compulsivo scorrere una galleria di volti, quella di internet è socialità fantasmatica, comunicazione sterile: l’incontro fatale dei due giovani avverrà in una sana logica di quartiere, cupido involontario il proprietario della bottega frequentata quotidianamente da una comunità multietnica. Ma la conclusione romantica non è che il previdibile suggello di un discorso che concerne due individui e due storie: Rémy e Melanie (legati inconsapevolmente da un gatto che passa dalla casa dell’uno a quella dell’altra) proprio nella solitudine anonima della metropoli riusciranno a interrogarsi e a venire a capo della propria angoscia, facendo luce sui loro traumi (il titolo originale è Deux moi: due “io” diventano “noi” soltanto quando ciascuno, dipanato l’intimo groviglio, riesce ad accettare pienamente se stesso). Klapisch si concentra dunque sul percorso di elaborazione personale che procede l’incontro amoroso, vedendo quest’ultimo non come rimedio al malessere, ma come traguardo a cui si perviene una volta sanata la ferita. E, ribadendo tutti i punti della sua poetica umanista (positiva, certo, ma mai banalmente ottimista), firma un’opera toccante, di fine scrittura, in miracoloso equilibrio tra malinconia e umorismo.