RoboCop di Paul Verhoeven


RoboCop
Regia di Paul Verhoeven
Drogati, maniaci, stupratori e assassini imperversano in una Detroit prossima ventura. Un automa costruito per essere invincibile tutore dell’ordine fallisce la prova. Utilizzando il corpo mutilato dell’agente Murphy, ridotto in fin di vita dalla più micidiale banda della città, viene costruito un altro robot dalle fattezze antropomorfe. Ma la macchina conserva qualche sottile filamento di memoria e quindi anche la capacità di emozionarsi. Non c’è più scampo per i malvagi, mentre il sentimento riaffiora nella mente di Robocop. Il corpo dell’agente Alex Murphy viene martirizzato da proiettili di armi a ripetizione. Il corpo esanime e crivellato di Murphy risorge sotto forma di una creatura ibrida, la cui coscienza è stretta nella morsa artificiale di un’armatura che la priva del naturale respiro vitale. Biologicamente a metà tra carne e tecnologia, questo eroe della (post)modernità è il simbolo di tutto ciò che siamo stati, siamo e probabilmente diventeremo: residuati di un’umanità i cui connotati sono sempre più latenti e meno manifesti. Ciò non bastasse è anche il prototipo del nuovo poliziotto modello da imporre in via pubblicitaria sul mercato della sicurezza urbana, in un futuro/presente dove tutto è commercio, comunicazione instancabile oltre la morale. Verhoeven, intorno al suo personaggio forse più tragico, costruisce un mondo impersonale, chiuso sotto un cielo d’acciaio che sembra comunicare tutta l’impotenza di una nuova razza, nella quale il più umano tra gli uomini è un cyborg. Triste destino.


Titolo originale: Robocop
Regia: Paul Verhoeven
Genere: Fantascienza - Produzione: USA - Durata: 101'
Cast: Peter Weller, Nancy Allen, Daniel O'Herlihy, Ronny Cox
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