Gli artigiani della qualità

Gli artigiani della qualità
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Nel quadro di una crescita artistica non priva di sorprese, come il primo album in italiano, Deserto, selezionato da Film Tv tra i migliori dieci dischi nostrani del 2019 (vedi n. 53/2019), la parabola del collettivo veronese C+C=Maxigross ha risentito di una scelta che potremmo definire quasi rétro: autoprodurre e pubblicare il 6 novembre scorso un nuovo lavoro, Sale, rendendolo disponibile solo online, a pagamento, dalla pagina Bandcamp del gruppo (www.ccmaxigross.bandcamp.com). 13 pratici euro, il vostro atto di fiducia - come ama definirlo la band - con cui ottenere l’album paradossalmente più pop della loro carriera. Un percorso iniziato nel 2009, come ragazzi che suonano in una baita sui monti tra le province di Verona e Trento, passando dal folk nostalgico e freak di un disco come Ruvain (2013) e approdando a Deserto, una suite cantautorale seducente, dimentica degli anni 70 e della lingua inglese, capace di unire tastiere e carezze chitarristiche a un eloquio quasi estraneo, sospeso sugli strumenti eppure mai fuori luogo. Sale è la sua continuazione electro: dalla pulsante Vieni qui che mi svegli, con ventagli di synth, al tocco minimal di Piedi asciutti, trasformata presto in dance, fino alla melodia in acustico di Lontano, passando per la raffinatezza di Vento. Un disco meno meditato del precedente ma esigente negli ascolti, ludico, libero di essere la diretta emanazione dello stato d’animo di Tobia Poltronieri, la mente del gruppo. Sale è inciso senza il pensiero, per la prima volta dopo dieci anni, di vedere la musica come una professione. Il sito di C+C=Maxigross raccoglie per l’occasione riflessioni sul presente, la difficoltà di fare musica di ricerca, il divario tra quest’ultima e la ricezione del pubblico, la sempre minor disponibilità di concerti. Perché “lanciare” un disco come questo nel flusso indistinto di Spotify?, si chiedono. Sapendo come il gioco non porti automaticamente né visibilità né introiti. Meglio un gesto simbolico, per una volta: un contributo a scatola chiusa che ha già fruttato al gruppo oltre 1.000 euro in poco tempo. Non una rivoluzione, ma uno spunto di riflessione. «La musica di qualità non ha età e se ne frega delle mode», scriveva Emanuele Sacchi, a proposito di Kruder & Dorfmeister, su Film Tv n. 47/2020: una frase che merita di essere accostata anche alla dimensione cui appartengono C+C=Maxigross, quella di un artigianato che continua a concepire ottimi lavori e che forse, in un mondo tutto a interrogativi, ha deciso di rinunciare a qualche assillo da sistema produttivo.
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