La politica delle opere
Editoriale
La politica delle opere
In un bel documentario presentato al 38° Torino Film Festival, Suole di vento - Storie di Goffredo Fofi di Felice Pesoli, il critico umanista ricorda quando agli inizi degli anni 60 dopo aver vinto una borsa di studio si trasferì a Parigi, dove entrò nel gruppo della rivista “Positif”. Contrapposta ai “Cahiers du cinéma” per due motivi: i “Cahiers” erano (per lo spirito del tempo) di destra e favorivano «fino alla maniacalità» la politica degli autori. «Noi di “Positif”», aggiunge Fofi, «invece preferivamo la politica delle opere». Da “positifista” ho sempre pensato che il lavoro dell’Annuario di Film Tv, giunto quest’anno alla 21ª edizione, fosse il trionfo della politica delle opere. Sono raccolte le schede di tutti i film usciti in sala nei 12 mesi precedenti, quest’anno con l’indotta novità dei titoli resi visibili altrimenti causa epidemia, e a contare sono soprattutto loro, le opere, in relazione al contesto e senza che sia necessaria alcuna pregiudiziale reverenza verso registi, attrici, attori, sceneggiatori o produttori. I quali non spariscono, sia chiaro, semmai rappresentano il presupposto alla narrazione e alla valutazione dei recensori, in costante dialogo ideale con il lettore/spettatore. Recuperare la centralità dei film aiuta a crearsi degli appigli, dei supporti morali e umorali precisi soprattutto in questo periodo di visioni domiciliari coatte (torneranno i prati prevedeva o auspicava Ermanno Olmi, concetto che si può estendere a molte cose, oggi). Pasolini sosteneva che il racconto della sua vita fossero i libri che aveva letto, forse una parte del racconto della vita di tutti negli ultimi mesi sono stati i film che abbiamo visto (e le serie tv, certo, infatti nell’Annuario sono quasi tutte recensite). E allora le 368 pagine di quest’anno, piene di idee, di pollici su/giù/medi che in qualche caso vi faranno arrabbiare, di “voti delle nostre firme”, di top ten e premi dei festival, acquistano un altro valore, la testimonianza di una pratica resistenziale, il diario di bordo dei confinamenti che grazie agli schermi sono potuti restare solo fisici, non mentali. E poi averle tutte lì, le recensioni, significa anche invitare alle riscoperte e a scrivere da voi la mappa del meglio che si è visto o della vostra programmazione ideale per i giorni a venire. Nel nuovo Annuario, in edicola da martedì 8 dicembre 2020 a € 10, si espande lo spazio dedicato alla proposta delle piattaforme, lo streaming per intenderci, che esisteva già ma è improvvisamente diventato il principale canale di fruizione del cinema, a tratti l’unico. Ma ovunque li si veda i film restano identici, come la nostra passione per questa cosa chiamata cinema.
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