Shirley di Josephine Decker

Shirley
Regia di Josephine Decker
Custodita fuori città, avvolta dall’edera, scarsamente illuminata, quella di Shirley Jackson sembra la casa di una strega. O un manicomio privato, su misura della sua unica paziente. O, ancora, la materializzazione claustrofobica di una mente incompresa e intrappolata. O tutte queste cose insieme. Per qualche mese ospiti della dimora, nel Vermont, i due sposini dalle belle e ingenue speranze Fred e Rose vengono ghermiti rispettivamente dal padrone di casa Stanley Hyman, professore universitario e critico letterario, e dalla consorte, acclamata autrice di gothic horror (Abbiamo sempre vissuto nel castello, L’incubo di Hill House), che tira avanti grazie a dosi abbondanti di alcol e pillole, invelenite filippiche e incubi a occhi aperti. Anche se per Shirley proprio la dimensione onirica, in cui riformula narrativamente gli elementi del suo piccolo e terribile quotidiano, è comunque una panacea contro i mali della realtà, con le sue costrizioni ipocrite - siamo negli anni 50, ma sembra l’altroieri, e un po’ anche oggi - e delle sue insostenibili limitazioni. Al quinto lungo di fiction (premio speciale al Sundance 2020) Josephine Decker indaga l’inconscio tormentato della scrittrice americana realmente esistita lasciando in secondo piano (come già il libro originale di Susan Scarf Merrell, adattato dalla Sarah Gubbins di I Love Dick) le esattezze storico-biografiche, e trovando in Elisabeth Moss (il suo è un typecasting più che mai funzionale) un corpo d’attrice ideale: irrequieto, sfacciato, tagliente, e dunque perfettamente permeabile alla poetica di Decker, alle sue nevrosi e virtuosismi “meta” (Madeline’s Madeline), con l’erotismo come mezzo e fine dell’autoaffermazione (Thou Wast Mild and Lovely) e il desiderio femminile come motore di rottura e lettura del mondo (Butter on the Latch). Un corpo dominante che si fa ipnotico veicolo di autoconsapevolezza per la giovane Rose («sono una strega, non te l’hanno detto?») e foglio bianco ed empatico sul quale, tramite l’esorcismo della scrittura, si riversano le vite possibili e le morti invisibili di tante ragazze perdute, spinte fuori campo dalla gabbia patriarcale e dall’indifferenza familiare. È un processo creativo (e un’immaginaria comunanza di spiriti) che a Jackson costa caro: la prosciuga, e la lascia di volta in volta più distrutta e furibonda. Travolgendo infine, tra identificazione, attrazione e repulsione, anche Rose (Odessa Young, bambolina ibseniana in decomposizione identitaria): non sarà, quella donna delirante, non saranno, quelle donne scomparse, una profezia, un prelievo dal futuro d’ordinaria oppressione che la attende? Come Shirley sa bene, non le restano che la follia, l’orrore, o l’arte. O tutte queste cose insieme. In dvd e Blu-ray da $ 19,55.

Titolo originale: Shirley
Regia: Josephine Decker
Genere: Biografico, Drammatico - Produzione: Usa - Durata: 107'
Cast: Elisabeth Moss, Michael Stuhlbarg, Odessa Young, Logan Lerman, Victoria Pedretti, Orlagh Cassidy
Sceneggiatura: Sarah Gubbins, Susan Scarf Merrell
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