fareaStream - La farfalla sul mirino

fareaStream - La farfalla sul mirino
Dal 21 ottobre 2020 è attiva fareaStream https://www.mymovies.it/live/feff/, una nuova piattaforma di streaming (supportata a livello tecnico da MyMovies.it) lanciata dai magnifici tipi del Far East Film Festival di Udine - da più di 20 anni il più grande (e importante) festival orientale d'Europa - e che raccoglie il meglio del cinema asiatico, popolare e d'autore, contemporaneo e non. Noi vi aiuteremo a navigare attraverso i nuovi titoli che, periodicamente, verranno caricati sulla piattaforma e andranno ad arricchire un catalogo già di per sé raro e prezioso.
La farfalla sul mirino
Nell'esplorazione del catalogo fareaStream abbiamo già avuto modo di segnalare grandi autori (Takeshi Kitano) e film di genere da battaglia (The Beast Stalker). Questa commistione apparentemente incoerente – in realtà ben rappresentativa della storia del mercato cinematografico orientale – è ciò che rende l'offerta della piattaforma così interessante da esplorare. Solo che la cuccagna non si esaurisce con la dicotomia tra cinema d'arte e cinema artigiano. Il bello, quello serio, inizia quando fareaStream propone titoli che uniscano sotto una sola egida quelle due anime contrastanti. La storia di La farfalla sul mirino, uscito in sala nel '67 tra un'indifferenza generale che mise a rischio la carriera del suo regista Seijun Suzuki, è quella di un film ideato e realizzato all'interno di un contesto toyotista, da catena di montaggio cinematografica. Prodotto come B-movie a basso budget dalla major Nikkatsu, il film di Suzuki doveva rispettare i canoni industriali di lavorazione – 7 giorni di pre-produzione, 25 giorni di riprese, 3 giorni di post-produzione – ma anche gli standard di sceneggiatura, oltre alle indicazioni dai piani alti sul cast. Il copione di Suzuki non viene solamente disapprovato dalla produzione, viene completamente disprezzato. Costretto a una veloce riscrittura a otto mani, il regista fa di necessità virtù, vergando un canovaccio standard – killer prezzolato, parte di una misteriosa organizzazione, si innamora di una ragazza con velleità suicide, fallisce casualmente il suo incarico successivo e viene condannato a morte dalla sua associazione – i cui vuoti si premura di riempire con bizzarrie quasi parodiche (il feticcio del protagonista per il riso in bianco), ellissi, stilizzazioni, teatralità e allucinazioni rese ancora più vivide dallo strano viso ritoccato chirurgicamente del protagonista Joe Shishido. Il risultato, un cult che ha influenzato gente del calibro di Jarmusch e Tarantino, è stato recepito solo negli anni appena successivi all'uscita, non impedendo a Suzuki di essere licenziato dalla Nikkatsu e di dover attendere 10 anni (e la sentenza di un tribunale) per poter tornare dietro la macchina da presa.
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