La pensione (non) fa novanta

La pensione (non) fa novanta
Non solo Richard Donner torna dietro la macchina da presa (per Arma letale 5) a 90 anni, ma ha anche un paio di cose da dire sui nuovi film di supereroi.
Da Il presagio a Superman, da Ladyhawke a I Goonies, fino ad arrivare ai quattro Arma letale: come si può ben elencare, Richard Donner è stato (nella seconda metà degli anni '70 e per tutti gli anni '80) il regista per eccellenza di un cinema commerciale memorabile e fatto come si deve. Oggi, all'alba dei suoi novant'anni (che compirà alla fine di aprile) il regista newyorchese si prepara per tornare dietro la macchina da presa e dirigere Mel Gibson (64 anni) e Donald Glover (74) nel quinto e ultimo - a prometterlo è l'autore stesso - capitolo della saga di Arma letale. Non solo. Visto che passava da queste parti, Donner si è anche soffermato sullo stato di salute di quel genere cinematografico, i film di supereroi, che oggi domina le sale e che lui medesimo ha inaugurato nel 1978 con il seminale Superman. Il regista che ha sguinzagliato nel mondo Mel Gibson per poi dire “Sono affari vostri” si dice sconcertato nel constatare la proporzione del successo avuto dal cinema di supereroi negli ultimi anni, aggiungendo che uno dei suoi film preferiti all'interno del filone è il Wonder Woman di Patty Jenkins (“Ha lo stesso senso di emozione del mio Superman”). Sugli altri membri del club dei supereroi al cinema, Donner ha una posizione molto chiara e semplice: “Quando vedi che questi film sono fatti bene, almeno secondo i miei standard, è una sensazione davvero appagante. Guardarli mi rende felice e orgoglioso. Quando un film del genere è fatto male, invece, è una grossa delusione [...] Ci sono molte persone, poi, che rendono i supereroi così cinici da farli diventare deprimenti. Quando sono tetri e cupi e arrabbiati con se stessi e con il mondo: non lo trovo un grande intrattenimento. Penso che in giro ci sia già abbastanza realtà da affrontare. Siamo appena sopravvissuti a quattro anni di realtà tetra e cupa e arrabbiata. Credo che ora la gente desideri ardentemente l'opposto”.
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