Ogni scarrafone è bello a mamma sua

Ogni scarrafone è bello a mamma sua
Viggo Mortensen difende Green Book e si prepara a presentare il suo ancor più scivoloso esordio alla regia
A Viggo Mortensen non dispiace compulsare i giornali e anche un po' di internet. E nell'ultimo paio di anni, l'attore si è ritrovato a leggere più di una volta, specialmente sull'intransigente (e manichea) stampa americana, di quanto il suo ultimo film, quel Green Book che ha fatto un'ottima figura al botteghino ed è stato premiato con l'Oscar, fosse imperdonabilmente razzista, paternalista, banale e dannoso. Aggettivi che, a forza di accumularsi, sono diventati stigma del film scritto e diretto da Peter Farrelly. Per usare le parole di Mortensen: “Ora si dicono cose come 'Questo film sarà il Green Book di quest'anno?' Insomma, Green Book è diventato un termine peggiorativo”. La questione, secondo l'attore americano, è la seguente: “La maggior parte delle critiche che sono state mosse erano non solo irragionevoli, ma anche inaccurate, mendaci e irresponsabili. Sono basate su una marea di stronzate, tagliate giù con un'ascia smussata, e poco altro. Tutto questo ha conseguenze su quello che faccio e su come la gente mi percepisce in quanto attore? Forse. Ma non c'è niente che possa fare al riguardo”. Tutte affermazioni legittime, che però stridono forte con le parole di Maurice Shirley - fratello di Don, protagonista (interpretato da Mahershala Ali) della storia vera raccontata nel film - il quale, a sua volta, ha definito Green Book “Una sinfonia di bugie”. Polemiche che, in ogni caso, tengono allenato Mortensen in vista della prossima uscita di Falling, esordio alla regia e alla sceneggiatura dell'attore, che interpreterà anche il protagonista John, persona omosessuale alle prese con un padre afflitto da demenza e omofobia. Alle accuse per aver interpretato un gay, che arriveranno certe come le tasse, Mortensen risponde preventivamente: “In quanto regista non mi verrebbe mai in mente di chiedere a un attore il suo orientamento sessuale. Né, presumo, gli attori che si identificano come omosessuali vorrebbero interpretare solo personaggi omosessuali. Non avevo intenzione di recitare nei panni di John, ma è andata così; innanzitutto per sfruttare la mia riconoscibilità, e in secondo luogo perché mi sono evitato di pagare l'attore protagonista”.
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