I dieci primi film dei cineasti più attesi di #Venezia74

Caccia agli esordi (o quasi) dei registi sui quali scommettere alla prossima Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia.


3

Weekend (2011)

di Andrew Haigh

C’è uno spazio gonfio di possibilità, in ogni nuovo incontro con uno sconosciuto: la chance di presentarci come la persona che vorremmo essere, agli occhi di chi ci vede per la prima volta. Glen di quegli spazi è un collezionista: dopo ogni avventura di una notte, chiede al partner di raccontarsi in un registratore, conserva le loro voci per un progetto artistico. Un sabato si sveglia nel letto di Russell, che di fronte al microfono esita, poi si scopre, gradualmente. Lo spazio di una notte diventa quello di un fine settimana: Glen parte per l’America il giorno dopo, e come in un Prima dell’alba più schietto e più queer, i due ragazzi sfruttano il poco tempo a disposizione prima dell’addio per avvicinarsi, scoprirsi, parlare tantissimo e fare l’amore, mettendosi a nudo, godendo e soffrendo dell’inedita possibilità di essere se stessi, per una manciata di ore. L’opera seconda del britannico Andrew Haigh, da noi rivelato dal successivo, folgorante ritratto di un matrimonio scarnificato in 45 anni, mette in campo da subito la sua sensibilità peculiare nell’intessere dialoghi (parzialmente improvvisati) che sanno farsi discorso identitario senza perdere di autenticità. Fattosi le ossa come montatore (per Ridley Scott, fra gli altri), Haigh padroneggia con intelligenza (e con inedita asciuttezza, per un’opera seconda) l’andamento ondivago di un breve incontro, rendendo necessario ogni istante, ogni tempo morto, ogni parola mormorata nel cuscino.

Ilaria Feole

FilmTv.Press è una pubblicazione di Tiche Italia s.r.l. - p.iva 05037430963 - Registrazione Tribunale di Milano n° 109 del 6 maggio 2019
Credits - Contatti - Supporto tecnico - FAQ (Abbonamenti)Satispay
Privacy Policy