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Editoriale 47/2025
Dove ho già (intra)visto quella faccia?
Siete lì che state guardando Thunderbolts* e vi fissate su quel rodomonte biondo che interpreta il Captain America di serie B. Vi ricorda qualcuno, ma non riuscite a metterlo a fuoco. Il nome soccorre fino a un certo punto, ammesso che lo conosciate. Wyatt Russell. Russell, Russell, Russell... Poi, vi dite: ma certo, quello sguardo torbido, le labbra, il sorriso, la forma del volto. Kurt Russell, Jena Plissken, Jack Burton, etc. etc. Wyatt è suo figlio! Infatti, nella serie AppleTv Monarch: Legacy of Monsters, Wyatt interpreta Kurt da giovane. Ma non c’è solo lui in quel volto, perché c’è pure qualcosa di mamma Goldie Hawn, e oltre il biondume. Ancora: quella faccia da schiaffi di Jack Quaid (da Mr. Morfina alla serie The Boys) ha il sorriso di papà Dennis, forse anche gli occhi, ma il broncio è sicuramente quello di mamma Meg. E poi: Sosie Bacon, certo, porta a Kevin Bacon, però lui fatichiamo a vedercelo, c’è più il cipiglio di Kyra Sedgwick. Con Dakota Johnson, invece, il cognome comanda: del vecchio DonSonny Crockett c’è lo sguardo liquido e spesso allucinato, ma dagli zigomi in giù, fino alla bocca, non possiamo non riconoscere Melanie Griffith (Holly Body o Lulu/Audrey Hankel, decidete voi quale vi aggrada di più). Sono meno interessanti quelli che hanno scolpito in faccia solo uno dei genitori e si capisce subito, come quel giuggiolone di Colin Hanks che pare Tom Hanks un po’ sfatto e lo stangone Scott Eastwood simil-Clint in versione manzo da roadhouse oppure le “fotocopie mamma da giovane”, tipo Apple (Martin) figlia di Gwyneth Paltrow e Ava (Phillippe) figlia di Reese Witherspoon. Volete mettere il brivido di indovinare in Zoë Kravitz, oltre Lenny, labbra e zigomi di Lisa Bonet o scoprire cosa c’è di Uma e cosa di Ethan in Maya Hawke? E potremmo continuare a lungo, con tutti questi “figli e figlie di” che, in un certo senso, prima e meglio dell’intelligenza artificiale, riportano un po’ davanti ai nostri occhi boomer i loro genitori (magari come ce li ricordiamo da giovani), ma in modalità mash-up/mixed, quasi da app ludica. Vien voglia di giocarci, infatti. Eccoci allora qui a proporre un appassionante gioco di società perfetto per questi tempi ibridi e deepfake che potremmo intitolare Dove ho già (intra)visto quella faccia?, quasi una versione 3.0 di una vecchia, deliziosa rubrica di “Ciak”, Come hai detto che si chiama?, dove ogni mese si svelava il nome di un caratterista ricorrente, una di quelle facce che si vedono spesso nei film ma delle quali non si ricorda (o sa) come si chiami. Qui si tratta di riconoscere i genitori nelle facce dei figli, quindi bisogna preparare prima una serie di screenshot da vari film delle vostre scelte e poi lanciare la sfida ai presenti, possibilmente senza dare troppi indizi (come il cognome del personaggio, che è già metà della soluzione, almeno per i più esperti). Ovviamente, saranno più favoriti i vostri amici lombrosiani DOC, commissari di pubblica sicurezza, fanatici di identikit, chirurghi plastici, genetisti dilettanti, teorici della razza, suprematisti bianchi e photoshoppisti, ma basta contenerne la presenza. Sono poi possibili variazioni sul cinema europeo, anche se qui il gioco si fa più difficile, e comunque meglio non andare oltre il cinema francese (il direttore consiglia il recente I colori del tempo di Cédric Klapisch come film da cui partire per saggiarne la praticabilità, visti i tanti “figli e figlie di” nel cast), mentre si sconsiglia di provarlo sul cinema italiano perché si rischia di non (ri)conoscere né i figli né i genitori.




