George A. Romero attraverso i film

A essere per sempre "vivente", del grande regista scomparso il 16 luglio, è l'opera


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La città verrà distrutta all'alba (1973)

di George A. Romero

In TV su RaiMovie Mercoledì, 13 Novembre, 2013 - 23:05

Mentre precipita, un aereo diffonde materiale battereologico che provoca una grave forma di pazzia, incurabile e violenta. Tutta la zona intorno a Pittsburgh è contaminata e i fatti di sangue si susseguono. Per controllare la situazione interviene l’esercito, con risultati disastrosi. Il Pentagono pensa a drastiche decisioni per arginare il contagio e trovare un rimedio. Panico, follia, violenza. Il cinema della pandemia incontra le ansie da guerra fredda, in un momento in cui l’horror si lega a doppio filo alle istanze politico-ideologiche americane. Romero, che di “cinema contro” ne ha fatto e ne farà parecchio, si fa interprete privilegiato di un’arte scagliata come pietra contro l’istituzione a stelle e strisce. In La città verrà distrutta all’alba i folli (The Crazies, titolo originale) il politologo dell’orrore mette a nudo le fragilità del sistema di cui fa parte, spaziando dalle conseguenze delle sperimentazioni belliche all’occultamento delle stesse, dall’incapacità di contenimento dell’epidemia all’ironia terminale e beffarda: quando un chimico trova finalmente l’antidoto, i militari lo scambiano per folle e lo gettano nella bestiale mischia, condannandolo a morte certa. Una sequenza che ricorda tanto il finale di La notte dei morti viventi, come a ribadire che la speranza, per Romero, è storia vecchia e sepolta. Puro artigianato e capolavoro di ottimizzazione delle (poche) risorse, The Crazies è semplice anarchia di genere, montata senza tregua dall’autore stesso, consapevole della propria (estrema) autorialità.

Claudio Bartolini

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