È disponibile Cuore e acciaio: non solo una nuova ricognizione del cinema delle arti marziali, ma soprattutto un tentativo di guardare al genere attraverso la filosofia e la pratica di queste discipline.
Cogliamo l’occasione per tornare su questo cinema, e per stilare una classifica dei film che ne hanno fatto la storia, con una Lost Highway da cui estraiamo proprio la filmografia.
A cura di Giona A. Nazzaro
Visto oggi, il film rivela inevitabilmente tutte le sue fragilità, ma si tratta di un titolo cruciale per comprendere la portata della rivoluzione di Lee e come era (ed è) riuscito a conquistare e ipnotizzare l’immaginario collettivo. Bruce Lee, un vero working class hero del cinema popolare.
Capitolo conclusivo della trilogia dedicata allo spadaccino monco inaugurata con Mantieni l’odio per la tua vendetta, vede David Chiang prendere il posto di Jimmy Wang Yu, sostituito dopo un contrasto con il regista. Film epocale, con un parossistico crescendo di violenza. Magistrale.
Un titolo ormai proverbiale, adorato da Quentin Tarantino, citato da Igort nel suo 5 è il numero perfetto. Resiste all’usura del tempo grazie anche alla magnifica performance di Lo Lieh, che in Italia avrebbe interpretato Là dove non batte il sole di Antonio Margheriti.
La risposta femminile a Sonny Chiba (che compare nel film al fianco della protagonista). Un delirante film di karate che sprizza sangue da ogni fotogramma con la magnifica musica di Shunsuke Kikuchi. Etsuko Shihomi è irresistibile e instancabile. Ebbe due sequel altrettanto scatenati.
Il primo gongfupian, diretto e interpretato da Jimmy Wang Yu. Anche il sentimento antigiapponese dei primi lavori di Bruce Lee è già presente in questo classico e pionieristico film di kung fu. Notevolissime le sequenze di addestramento e i combattimenti con l’infido maestro di karate.
Chu Yuan (o Chor Yuen) è il nome segreto del wuxiapian. Dotato di respiro fantastico, ha diretto film personali e visionari. Interpretato da Ti Lung, Clans of Intrigue è il suo titolo più noto, ma il suo talento va esplorato anche nei film meno conosciuti come Legend of the Bat o nel capolavoro Intimate Confessions of Chinese Courtesan.
Regista chiave del cinema di arti marziali, amato da Serge Daney, dirige e interpreta questa scatenata commedia kung fu che evidenzia il suo genio sia nella coreografia che nell’interpretazione. Suoi anche il film 36ª camera dello shaolin che ha influenzato RZA del collettivo Wu-Tang Clan.
L’addio alle armi del cinema di kung fu. Liu Chia Liang dirige Jackie Chan. I due si scontrano, ma ha ragione il veterano degli Shaw. Un film leggendario, giunto in Occidente in pessime versioni. Da riscoprire a tutti i costi.
Un film unico, a partire dalla folle sequenza iniziale (rifatta da Michael Bay in Bad Boys II). Ma di Jackie Chan vanno visti anche Operazione pirati e il clamoroso Dragons Forever, diretto dal sodale Sammo Hung.
Che Tsui Hark sia uno dei maggiori talenti del cinema di tutti i tempi non siamo poi in tanti a sostenerlo. Questa serie, che lancia definitivamente la stella rossa Jet Li, conferma la visione poetica e politica del regista di Zu Warriors from the Magic Mountain. Una serie inarrivabile. La poesia del wire work e del wushu.
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