Intervista a Simone Massi

Servizio pubblicato su FilmTv 14/2020

Intervista a Simone Massi


L’arte di Simone Massi non è solo quella ammirata e celebrata delle sue tavole e animazioni, ma si esprime anche nella capacità di stabilire contatti, creando connessioni tra persone di sensibilità e competenze diverse. L’ha fatto con Animavì, il Festival internazionale del cinema di animazione poetico di cui è stato ideatore e direttore artistico, e vuole ripeterlo, ora, con l’associazione ALMA.

L’arte di Simone Massi non è solo quella ammirata e celebrata delle sue tavole e animazioni, ma si esprime anche nella capacità di stabilire contatti, creando connessioni tra persone di sensibilità e competenze diverse. L’ha fatto con Animavì, il Festival internazionale del cinema di animazione poetico di cui è stato ideatore e direttore artistico, e vuole ripeterlo, ora, con l’associazione ALMA.

ALMA, oltre a essere un acronimo (di Associazione libera marchigiani animatori), è un termine che deriva dall’agettivo latino almus, che significa “nutriente”. Cosa si prefigge di “far crescere” questo progetto?
ALMA si propone di alimentare il cinema d’animazione d’autore e poetico della mia regione, perché, a dispetto delle selezioni e dei premi internazionali, la nostra rimane un’arte ancora sommersa, di cui non sono state pienamente capite le potenzialità. Riteniamo che i tempi siano maturi per tentare di cambiare lo stato delle cose, siamo convinti che far conoscere e valorizzare il cinema d’animazione possa anche favorire la crescita del territorio.

Da ciò che si legge in quello che potrebbe essere considerato il vostro manifesto fondativo si evince un pensiero nobile: l’intenzione di essere un «laboratorio aperto», una «possibilità di espressione poetica». Come si traducono in gesti concreti queste intenzioni?
Il manifesto fondativo è stato redatto prima della pandemia, al punto che oggi risulta straniante parlare di concretezza o tangibilità. Un primo passo ci sembra di averlo fatto, siamo un’associazione che è riuscita in pochi giorni a raccogliere le adesioni di 100 fra animatori e disegnatori, e tra questi ci sono i nomi più importanti del cinema d’animazione mondiale che riconoscono le Marche e la Scuola del libro di Urbino come centri del cinema d’animazione poetico. Per l’autunno prevediamo degli eventi, incontri, proiezioni, mostre, pubblicazioni. Queste sono le prime idee, altre ne verranno. Dopo decenni in cui non si è mosso niente l’errore più grosso sarebbe quello di pensare di essere in grado di fare tutto e subito.

Possiamo dire che attraverso ALMA, in un certo senso, vi riappropriate di una storia, quella della corrente neopittorica, che vi vede protagonisti ma non promotori? Una storia, come scrive Priscilla Mancini, nata in «maniera inconsapevole», «individuata a posteriori», da un’intuizione di Giannalberto Bendazzi.
Possiamo dire che cerchiamo di riappropriarci della nostra arte e della nostra storia, che vengono entrambe da lontano e sono fatte di passione e di sacrificio. Un lungo percorso che, finalmente, ci ha portato a prendere consapevolezza di tutto quello che pazientemente abbiamo seminato nel corso del tempo e che ha una radice comune, originalissima. ALMA unisce le forze e le visioni, è a nostro avviso un progetto necessario per creare una cultura dell’animazione d’autore e per diffonderla, sul territorio e oltre.

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