- a cura della Redazione -
L’autunno della coscienza, con le tinte giallo/marroni e la vitalità delle foglie morte nel prato di casa Whitaker. Haynes segue le tracce di Sirk e rinnova il mélo al femminile. Il trionfo dell’atrofia si consuma tramite il sorriso abortito della Moore e l’accettazione passiva di un...
...specialmente se Gene Kelly è portatore sano di cieli azzurri e cinguettii grazie alla sua gioia di vivere sfrenata e implacabile. Qui il retrogusto è a tratti amaro e nostalgico, ma è sufficiente vederlo danzare il tip tap sui pattini a rotelle per far tornare il sereno. Strepitosa, come al...
Rarissima occasione per vedere questo capolavoro dimenticato di un regista ancor più nell’oblio. Brooks abbandona machismi e polveri western per insinuarsi nelle crepe della psicologia femminile (e di sua moglie Jean Simmons) e si mette a nudo con una ballata rarefatta e umida di lacrime amare...
Quasi fosse un grottesco precorritore del Salò pasoliniano, il feroce apologo di Ferreri sul suicidio della civiltà sviscera i miti e i riti di una società del benessere ormai in via di decomposizione. Satira nera dell’edonismo borghese, pamphlet furibondo e asfittico, allegoria di...
La roulette come la vita: la ronde convulsa e scanzonata di due malati di gioco passa, nel giro di una sola notte, dal resoconto trascinante di un’amicizia improvvisata all’affresco impietoso e malinconico di una nevrosi esemplare. A vincere, dopotutto, è sempre il banco. Magistrale....
Un geometrico, ma non per questo freddo, studio sulla menzogna, l’amore e il tradimento, che Lubitsch dirige con intelligenza mitteleuropea, stratificata e appassionante. Imitatissima la scena della cena vista dai domestici (Truffaut) e finale (giocato tra fuori campo e sottintesi) di...
Commistione chiassosa e rutilante di generi e maniere, celebra con esotismo weird icone e motivi del melodramma thai anni 60, mixandoli a infiltrazioni di Sirk, Leone e Shaw Brothers. Ne esce un pastiche bizzarro e sovraccarico, comprensivo di astuzie kitsch e fondali dipinti...
Lussureggiante melodramma esotico, primo film americano per la coppia da sogno Dietrich/Von Sternberg e pietra miliare del delirio barocco e antirealista (paesaggi palesemente ricostruiti in studio). Marlene è una mantide religiosa sublime come non mai, Gary Cooper un totem di virilità...
Spietata panoramica, rielaborata con tutti gli stilemi tipici del fellinismo, sul degrado del mondo contemporaneo, soprattutto morale, che il Maestro di Rimini incalza mantenendo un distacco scambiato scioccamente per rassegnato qualunquismo, ma il suo era già un occhio aperto nel futuro.
Claustrofobia, bestialità e masochismo all’ennesima potenza per un cupissimo Pollack che, grazie a una ricostruzione d’epoca allucinante, rielabora al nero il Mito americano per poi riflettere sull’amarezza collettiva del destino. Jane Fonda strepitosa come non mai, aiutata da un cast di glorie...
Delirio ecologista ante litteram con il grandissimo Mel Ferrer a dirigere la moglie Audrey Hepburn. Favola davvero ardita per i tempi e un potente finale capace di sconvolgere ancora oggi anche lo sguardo più navigato. Una gemma grezza, sepolta dalla polvere ma assolutamente meritevole di onori...
Nel più bizzarro dei western all’italiana, Canevari trapianta nel deserto umori gotici e suoni hard/prog, calandovi una deriva muta e straniante, tra vagabondaggi hellmaniani e simbolismi deliranti, boomerang di senso e refoli psichedelici. Uno spaghetti western sfrontato e allucinogeno, per...
Ipnotico e disturbante capolavoro depalmiano (scritto da Paul Schrader) che stordisce i sensi con i passi felpati della macchina da presa. Fra affreschi fiorentini e vertigini del cuore, si inerpica senza paura fino al finale straziante e sfrenato, uno dei più devastanti della Storia del Cinema...
Tesissimo e vigoroso, è un’autentica gemma del poliziesco (con spettro terrorismo) dell’epoca: Stallone come sempre convince nella sua immobilità e Rutger Hauer è un sensuale cattivo da manuale. Conclusione memorabile, ma la cupezza di quella marcia New York sconcerta e disgusta ancora oggi....
Da King, il sobrio adattamento di Carpenter prende le vesti di un horror/mélo debitore di certa Sci-Fi anni 50. La storia d’amore tra uomo e macchina, bypassando sottilmente i vincoli della commissione, disegna un fascinoso manifesto antiborghese che fa del rock’n’roll il proprio grimaldello....
Tra i capolavori di Walsh, White Heat è un gangster movie suicida, incendiato di rabbia e vertigine. Noir mercuriale, è una mina vagante della Storia del Cinema, al pari dell’immortale Cody Jarrett di cui racconta le gesta impazzite: fuorilegge irredento, (anti)eroe epilettico, uomo/...
Un copione che svolazza sul set come il palcoscenico affollato di mostri sacri che hanno voglia di rilanciarsi continuamente battute al fulmicotone. Se Albertone ci dà dentro con le tipiche caratterizzazioni dei suoi esordi, l’ineffabile Franca Valeri si cuce addosso uno dei suoi personaggi...
Un grido lancinante entrato nella Storia, una maschia maglietta che non lascia scampo e una protagonista sfatta e un po’ ninfomane per il più turgido melodramma di Tennessee Williams. Kazan e la sua ossessiva, sudata macchina da presa arricchiscono il tutto, aggiungendo ancor più stucco sul...
Grande film, meraviglioso CinemaScope, e un cast da pelle d’oca (un granitico Spencer Tracy e il sempre sottostimato Robert Ryan). Ma è lo stile di Sturges a colpire il cuore, con la sua prosa essenziale ed evocativa, capace di creare tensione con niente e di regalare sana inquietudine...
Non cresceremo insieme. Recita così il bellissimo titolo originale (da noi volgarizzato, come al solito) dell’ennesimo, sommerso capolavoro di Pialat (tratto da un suo romanzo autobiografico), che, col consueto stile schietto e antispettacolare, racconta le intermittenze del sentimento...
Ava Gardner possedeva una splendida voce e voleva assolutamente utilizzarla in questo film, spinta dall’allora marito Frank Sinatra, ma i produttori non lo permisero. Resta quindi un musical leggermente abortito, che l’astuto George Sidney insaporisce però di colori sudisti e trasgressioni...
Nel suo esordio low budget, Van Sant disegna un mélo epidermico, ribollente di omoerotismo. Ripensando in chiave beat Un chant d’amour di Jean Genet, Mala noche insegue corpi pasoliniani e di primitiva flagranza, contornando di languidi giochi di luce una liaison ...
In una delle sue prove più asciutte e delicate, Kim Ki-duk racconta in forma di allegoria una graduale iniziazione alla vita, dove gioie e dolori della condizione umana contrappuntano il susseguirsi delle stagioni. Con lirismo tenue e pacato, la circolarità dell’esistenza sfuma in poesia...
In epoca d’epurazioni staliniste, Barnet orchestra una commedia umana acquatica e trasognata, inno sensibile ai tumulti del cuore, tra spunti libertari e totalizzanti ménage à trois. Incanto d’ardori e passioni, vicino a L’Atalante di Vigo, si tuffa nell’idillio d’amore e...
Dietro spoglie (sado)ludiche da blockbuster Sci-Fi, Verhoeven cela un apologo feroce sul degrado etico dell’Occidente. Distopia sanguinaria e sarcastica sul totalitarismo dei media, rovescia il reaganismo di tutta una tradizione action/militarista in parodia spietata, bagnata di splatter e...
Il lago dei cigni sullo sfondo della Grande Guerra: nulla di più romantico, tragico, straziante dell’amore fra un austero Robert Taylor e una Vivien Leigh post Via col vento. Il ponte prima scopre poi distrugge due cuori selvaggi, dilaniati dal senso di colpa e dal marciume...
Il terzo e ultimo western di Lang è una solenne ballata di vendetta e passione, capace di eccedere i codici del genere per contaminarli di umori mélo e astrazioni noir. Illuminato da un’indimenticabile Dietrich, spicca tra i massimi apici del western romantico. Infuocato ed essenziale.
Un circuito chiuso, imploso e liberato. Colpo al cuore della cattiva coscienza borghese, saggio profetico sull’alienazione moderna, fenomenologia impietosa di una reificazione epocale: con una lucidità che non offre scampo, Ferreri dà anima e corpo ai fantasmi del ‘68. Capolavoro senza tempo....
Magica quanto il villaggio che appare una volta all’anno, questa perla, mai giustamente considerata, riluce fortissimamente nella costellazione minnelliana grazie a peculiarità nebulose, quasi oscure. Finalmente Gene Kelly può amare, anche se con ostacoli temporali, la divina Cyd Charisse.
Grezza e ironica rimasticatura di Quella sporca dozzina, poi omaggiata da Tarantino, è un war movie scanzonato e pirotecnico, con spassose gag da B movie sempre commisurate alla scomposta inventiva spettacolare. A orchestrare la sciarada d’esplosioni Enzo Castellari, Re dell’action...