
Pietro Lafiandra
La prima epifania cinematografica la ebbe a quattro anni con Pomi d’ottone e manici di scopa. La seconda in adolescenza con Cosmopolis. Ora, in età adulta, prova a trovare un’improbabile sintesi tra questi due lati di sé muovendosi faticosamente tra un dottorato in visual studies, deepfake, cinema horror, film d’animazione per bambini e musica elettronica. I componenti della sua band, Limonov, dicono che è colpa dell’ascolto compulsivo dei Radiohead. Gli amici che è colpa del suo segno zodiacale, i gemelli. I dottori della schizofrenia. Lui pensa sia più cool dire che è un intellettuale post-moderno. Ai posteri l’ardua sentenza.
Ricordate il ruolo attribuito alla fatina dei denti da Chuck Palahniuk in Rabbia? Quello di assuefare i bambini alla valuta corrente. Difficilmente gli sceneggiatori di La fata combinaguai avranno avuto in mente il re della letteratura pulp, ma questa invettiva glitterata...
Un voto per zampa (sono sette più un bastone, quelle dell’ispettore) a questa produzione spagnola che ibrida con sapienza humour adulto ed estetica noir, concedendosi derive narrative da fantascienza di serie B. L’ispettore è un Poirot sotto steroidi, un aracnide dandy e vanaglorioso che da...