enrico ghezzi
Non so se vi sia mai capitato di vedere un matto (che definirei “diversamente folle”), di quelli che parlano da soli costeggiando le vetrine o si mettono e tolgono all’infinito il berretto o si passano inesausti da una tasca all’altra una palletta di carta accartocciata, ora con fretta da...
MIRACOLO A LE HAVRE. Poi piccolo, più in basso nel manifesto, «nei cinema dal 25 novembre». Si è subito tentati da permutazioni bislacche; dal 25 novembre a Le Havre miracolo al cinema, o “miracolo nei cinema di Le Havre”; miracolo al cinema a Le Havre dal 25 novembre, e viene in (natural)mente...
Non sono responsabile dell’intensità che a volte mi pare di regalare scrivendo parlando dicendo apparendo. Non lo dico con orgoglio. (L’orgoglio penosamente subentra nell’ammissione stessa, rivendicazione patetica del non (pre)occuparmene, del sentirmi vicino solo alla parodia di quel che mi...
A mio padre non di rado capitava di fermare il settimo. Non era un riferimento ippico il suo, né un riflesso cinefilo, ma l’eco di un gesto mitico già eternizzato nel ripetersi rituale che il cinema portava in sé, un bonus/malus previsto dal contratto. Alzava la mano (credo la destra, ma non ne...
«Questo titolo mi salvò la vita». Non so perché. O meglio lo so scrivendo dentro un’alba, di nuovo ossessionato da un titolo di quelli che mani occhi voce e sbarramenti salti dighe tra parole e ricordi fanno giocare nella mia borsa. Spesso uscendone per restare soli, ruderi celibi di discorsi...
(Per esempio. AMARE CON SCORZA. Rimasto nel detour scorso, unica traccia (pubblicità di preservativi da uomini rudi e duri?) di una scena di film che avrei voluto vedere, o meglio - avendola già immaginata e prevista - rivedere. Una panoramica lentissima su un volto in pp tra occhi e labbra:...
(«Nel suo sogno, nulla, se non il desiderio di sognare» - In mauriceblanchot, LaScritturaDel Disastro). Trasformare i sogni in film e i film in sogno è pericoloso quasi quanto realizzare un desiderio. Nelle sette settimane dalla fine del festival veneziano, mi sono aggirato di continuo...
Memoria d’oltretomba è il cinema tutto, da Bazin già battezzato “mummia del cambiamento”. Pratica di imbalsamazione di massa, a tutti promessa da andywarhol nella profezia dei quindici secondi minuti ore millenni da star. Ovvero, pena universalmente inflitta (ricordare Il suicidio dell’...
Perché io, in questo preciso istante in cui tutto si ferma intorno a me (come a ogni istante), mi trovo con gli occhi dentro quelli di un’altra persona davanti a me con la bocca che sta per entrare nella mia, o vedo distratto gli occhi lontani di lei nella folla di un altro binario, o che mi...
Mi chiedo spesso, e sempre di più, e soprattutto al cinema vedendo passare e ripassare e trapassare tanto ingombro d’attori, se potremmo mai dire (per esempio nel giorno del giudizio, e usando l’argomento a favore o contro di noi nel giudizio stesso) di essere autori del casting della nostra...
Già che ci sono, penso al cinema. Mi chiedo: pesa più un chilo di realtà o un chilo di cinema? Non c'è misura comune. Giocando tra pesare e pensare, un chilo di realtà pesa più di tutto il cinema, e una sola lacrima “tua” o di un tuo simile è più acuminata di quanto lo sia tutto il cinema che...
Sto ancora piangendo quando esco dalla Perla, dopo gli applausi e gli abbracci a shinya. Mi sento naturalmente lacrima secreta dalla sala, aggiunta impercettibile alla situazione. Schivo l’abbraccio spalancato di amici che già si dilettano a situare il film tra un “tra” e l’altro. Tra voglia e...
Didascalia. «Lillian Gish nel film di Victor Sjöström The Wind (1928), un capolavoro che dopo 25 anni ritorna al Verdi di Pordenone con la partitura orchestrale scritta e diretta dal maestro Carl Davis». Non potrò andare alle Giornate del Cinema Muto inventate e organizzate da trent’...
Nella veranda dell’hotel, in bilico sul troppo tardi per la proiezione del mattino in sala Perla, una musica mi colpisce più del vento che irriga di pioggia la vetrata. Arriva in diffusione discreta una melodia inconfondibile, note lievi d’acqua sull’acqua mi confondono in un altrove blu dorato...
(«Penso che il cinema sia arrivato al punto più basso della sua Storia. Non ne so il motivo, ma mi sconcerta. Mi abbatte vedere l’ignoranza del mezzo. Non riescono a tradurre in sala di montaggio quello che è successo sul set. Nel cinema c’è un’immensa fluidità e flessibilità, ma questa...
Non sono mai leggere le leggerezze soavi pronunciate da bernardo bertolucci. Palma alla carriera a Cannes nell’anno dei suoi settantanni, presentava lo smalto stupendo del Conformista restaurato, sorridendo con l’occhio in più dato dal raddoppio di soggettiva della sedia a rotelle:...
Colavano poi in rivoli i pezzetti sghiacciati sul vetro freddissimo che trasmetteva ombre di calore all’esterno, fornendo uno schermo angusto ma capace di indurre a passione smisurata (minuti che arrestavano il conto del tempo) gli occhi avvinti dal gioco sovrimpresso di quei lembi liquidi e...
Che l’immagine si sia mossa, è tuttora evento sottovalutato. Mossa non tanto nel suo moto interiore apparente di farfalla, insetto impalpabile e caduco, smiliardante e fibrillante in moltitudini registrate e trasmesse che hanno fatto chiamare “civiltà delle immagini” questo secolo brevissimo e...
Il cinema infine fin dall’inizio ci regalò la mela di un’ubiquità trinitaria, di un “esserci” terzo tra presenza e assenza, di uno stato intermedio in cui sembra possibile per chiunque trovare un proprio posto al mondo. Trinità fantomatica, traballante ma ferrea, sideralmente distante dalla...
(Laurel e Hardy infatti non sono usciti dal labirinto spaziale e linguistico in cui li proietta e sublima la scena madre culminante di Noi siamo le colonne. Probabile che siano lì, in contatto invisibile di puro shining con jacknicholson, a cullarne la rigidità raggelata in fotogramma...
Tira aria di tramontaggio, dicevo qui tempo fa. E ancor prima: la necessità di sormontare il montaggio. Tra sormontaggio e tramontaggio («dell’occidente», filosofecheggia un amico) non se la passa bene la nostra vita, fortunatamente e sorprendentemente scossa dal transmontaggio della linea...
Fukushima e Fukuyama stanno troppo bene insieme. Il luogo della Nuova Chernobyl, nel Giappone che a quella dell’atomica di guerra aggiunge la stimmate del disastro del “nucleare civile”. Lo storico e politologo (ma non negherò che il volto ha un sorriso ironico molto simile a quello di Shinyja...
Nessuno dei grandi del cinema sovietico dimenticò mai di riconoscere in Lev Kuleshov il maestro cui sempre avrebbero dovuto tutto. Maestro non venerabile - era (nato nel 1899) il più giovane di tutti loro - ma venerato. L’effetto Kuleshov, ovvero “effetto Mosjoukine” (dal nome dell’attore...
Sono una pallina 3D. Mi sono sottoposta a ogni test. 3D ero e 3D resterò. Non ho speranza che qualcuno mi commuti, neanche in un semplice 7D (non parlo del MultiD, sistema bidone di conversione automatica, «ti segue nella tua dimensione!», eternamente sfocato). Costa troppo e non sarei mai...
Tristezza eterna dell’avanguardia eternamente lì, a pensarsi e a portarsi avanti, nascosta nella sfrontatezza la paura di mancare il proprio stesso treno o di deragliare, di non poter più levare il proprio raglio di incrocio animale. Quante volte costretta e dedita a vezzeggiare e a difendere...
(«C’è una sorprendente somiglianza fra il modo di procedere dello storico secondo Tristram (Shandy) e quello dell’autore di film, come l’ho descritto altrove. Per citare me stesso: “Possiamo paragonare il vero artista del cinema a uno che incomincia col voler raccontare una storia, ma, durante...
(Forse il “fantasma della cineteca” (inversione a bologna dei due rulli iniziali di The Tree of Life) ha colpito anche qui. Non posso che compiacermi, per quanto mi dispiaccia: il sottotitolo di Detour del numero 22, Eterni (Ri)storni, tornò a sorpresa nel numero scorso, sostituendo...
Che per circa una settimana The Tree of Life sia stato proiettato con due rulli invertiti nella sala Lumière della Cineteca di Bologna, dopo aver trionfato al Grand Auditorium Lumière del Festival di Cannes, è l’alloro più intensamente preciso che potesse ornare il film di terrymalick...
Che si sciolgano in bocca negli occhi o nella mente, i film per quanto fragili resistono. Più grandi della vita (Bigger Than Life, nel senso americano spaccone derisorio, e poi fino a Alex in Arancia Meccanica «buffo come i colori del vero mondo divengano veramente veri soltanto quando...
Non si sa di chi sia il detto hollywoodiano cinico sublime: «A Tree is a Tree, Shoot It in Griffith Park». Un albero è un albero, filmatelo a Griffith Park. Riportato tra gli altri da kingvidor, risale alla hollywood del muto, e articola potente la catastrofe automatica e anonima del cinema/...