Maria Sole Colombo
Maria Sole Colombo è nata a Lecco, ha studiato a Bologna e vive a Roma. Si è innamorata del cinema grazie a Senso di Luchino Visconti e da allora ne parla e ne scrive su Film Tv, Spietati.it, Cinefilia Ritrovata e NeuRadio. Ama i viaggi selvatici in posti in cui nessuno parla inglese, il binge watching e lo sport (da guardare, eh, non da praticare). Ironia della sorte: se potesse salvare un unico titolo dall’apocalisse nucleare, sceglierebbe Il dottor Stranamore di Stanley Kubrick.
«Perché Sanremo è Sanremo!», cinguetta gaiamente lo slogan che accompagna ogni edizione del Festival della canzone italiana, a ribadire una continuità di cliché e tradizioni uniche alla kermesse, e ormai tanto impresse nell’immaginario collettivo da poter essere definite per...
Immagini dall’infanzia su nastro magnetico: l’incipit di A Perfectly Normal Family, esordio dietro la macchina da presa della danese Malou Reymann, è quella di un film di found footage. Eppure, dopo i titoli di testa e la prima sequenza evidentemente scritta, il progetto di...
È ridotta a poche sequenze la backstory di Tim Jenkin, attivista anti-apartheid nel Sudafrica degli anni 70 condannato a 12 anni per disobbedienza civile (Daniel Radcliffe lo interpreta come un esercizio di fonetica, tutto accento e poco altro). Così come restano fuori fuoco, o...
È un patchwork di immaginari premasticati e suggestioni in prestito quello da cui prende le mosse Motherland: Fort Salem: c’è un’America simildistopica (eh già) in cui le streghe, a lungo perseguitate, sono state infine arruolate nell’esercito, trasformato in un matriarcato...
Magnetici, geologicamente misteriosi, visivamente accattivanti: i cenote, piscine naturali di formazione ignota che punteggiano l’entroterra dello Yucatán (e hanno a lungo costituito l’unica fonte d’acqua dolce per le popolazioni locali), sono soggetti cinematografici perfetti....
Nell’ottobre 2015 il club Colectiv di Bucarest prende fuoco. Decine di persone muoiono nell’incendio, e altrettante vengono ricoverate d’urgenza con ustioni più o meno gravi. Il governo rumeno rassicura: si prenderà cura dei feriti. Ma nelle settimane successive muoiono anche pazienti in...
C’è un ambizioso progetto à la Truffaut dietro all’opera seconda dell’afghana Shahrbanoo Sadat: come un novello Antoine Doinel, il giovane Quodratollah è protagonista di un racconto di formazione “a episodi”, inaugurato con l’infanzia messa in scena da Wolf and Sheep (...
Land of Ashes. Per l’esordiente Sofía Quirós Úbeda, che qui adatta ai tempi dilatati del lungo la materia del suo corto Selva, il natìo Costa Rica è “terra di ceneri”, fin dalla sua accezione più letterale: suolo che accoglie le salme dei suoi figli - uomini, donne, granchi e...
Non è cosa nuova la relativa caducità di un film (in quanto pellicola, certo, ma non di meno in quanto file). Eppure, in uno slancio di utopismo estremo, è nella forma cinematografica che il danese Michael Madsen verga le sue lettere: indirizzate ai posteri, come nel doc ...
Aude Léa Rapin sceglie la forma irriducibilmente ambigua del falso documentario per il suo esordio nel lungo: un road movie accidentato sulle macerie del conflitto jugoslavo, scaturito da una presunta reincarnazione - del francese Joachim, che si convince di aver già vissuto la vita di un...
Una famiglia bianca working class, in una non meglio precisata cittadina americana. Padre con la pancetta in piena crisi di mezza età, madre che alterna slanci di amorevolezza e raptus improvvisi di competitività. Figli adolescenti tendenzialmente amorfi, con il consueto armamentario...
Non è un superpotere ma una fragilità congenita del sistema circolatorio quella che procura il nomignolo - e dà il via al racconto di formazione - del “bambino di vetro”, protagonista del film di Samuele Rossi. Dal 1° febbraio on demand, il suo Glassboy è una favola...
I pattini a rotelle, le tavole calde, un quartiere residenziale dell’America middle class, con le sue villette con giardino, solcato da bionde liceali biancovestite e cattivi ragazzi che cazzeggiano fuori dai drugstore. L’esordio di Tyler Taormina ci proietta, fin dalle primissime...
Continuiamo a dire, in questa pandemia senza sale da cui scriviamo, che ci manca il grande schermo. Ripetiamo che senza di lui non è cinema, e che certe immagini, schiacciate in un quadratino che sta in un palmo di mano, non sono più le stesse. Ma perché? Perché quelle immagini devono essere...
Tra le battaglie della terza ondata vi è quella di marginalizzare, nel vocabolario femminista, espressioni generiche e universalizzanti come “la donna” o “il femminile”. Espressioni vaghe che rischiano di appiattire istanze differenti e che, seppur di segno opposto, condividono lo stesso campo...
Si prendano: i fiori di Sanremo, le tutine fluo di Non è la Rai, le maggiorate di Drive In. Si frullino ben bene aggiungendo, al bisogno, generiche espressioni italianizzanti - “como vai?”, “grazi”, “ciaobella” - e qualche fantasioso vocabolo gastronomico - del tipo...
Come un sequel apocrifo di Arizona Junior. O un remake di The Family Man. O come, soprattutto, una fan fiction su Nicolas Cage - che infatti, in una sequenza erotica, declama le sue vere memorie, scoperchiando un giochetto “meta” che pervade ogni uscita del Nostro, ribadendo...
Avevamo già visto Babbo Natale leader carismatico di una folla di elfi adoranti (Polar Express); Babbo Natale caduto in disgrazia e nei guai con la legge (Miracolo nella 34ª strada); Babbo Natale truffatore svogliato e dissacrante (Babbo bastardo). Non avevamo ancora...
La filmografia di Julia Hart è punteggiata di coming of age al femminile più o meno tardivi, e di storie di donne che si scrollano di dosso, non senza fatica, il penoso ruolo di vittime designate: Miss Stevens è un road movie su un’insegnante che prende coraggio; Fast...