Gianni Amelio
Quattro elefanti in una Seicento
«Io so’ drammatico!», esclamava Sergio Leone quando gli offrivano di girare una commedia. Anche a me è capitato di rispondere così, persino a Monicelli, che mi riteneva adatto a una storia brillante. Ma io non mi sono mai azzardato. Avere...
Qualcuno mi aiuti a dire che il mio Hammamet non è un film su Craxi. È piuttosto un film su Fausto. E Fausto non è mai esistito. Gli ho dato il nome del ragazzo che interpretò Colpire al cuore, più di trent’anni fa, per segnare un legame che non è di superficie ma di sostanza...
Diceva John Huston che dopo i sessant’anni un regista non deve scegliere, deve prendere. E a me piace se suona il telefono e c’è qualcuno che mi offre un film. Io rispondo sempre di sì, poi magari strada facendo cambio idea, ma solo per una ragione: quel film non lo so fare, e non mi va di...
Un uomo vestito da donna è ridicolo, una donna vestita da uomo può essere elegante. Almodovar che si esibisce in abiti femminili in un suo film non è ridicolo ma buffo. Lui non cerca l'imitazione né la parodia, ma ci scherza sopra, come quelli che a carnevale si mettono una parrucca bionda...
La macchina da presa inquadra una stanza dell'alberghetto a pianoterra con una finestra aperta sul fondo. Attraverso le grate s'intravede una piazza sterrata con un muro in lontananza. C'è un vecchio seduto al sole e un cane gli gironzola attorno. Nella camera in penombra il protagonista Jack...
Ogni volta che mi trovo a Napoli, magari per un giorno, provo il disagio di essere forestiero. Questa è una città (mi dico) dove può vivere solo chi ci è nato. Gli altri, quelli che vengono da fuori, anche se trovano il posto giusto per accomodarsi, si vede che stanno barando, che cercano un...
Il Marlowe ideale sarebbe stato Cary Grant, non Humphrey Bogart o Dick Powell o Robert Mitchum. Questo pensava il suo creatore Raymond Chandler, che però non fece in tempo a vedere il detective impersonato da Elliott Gould sotto la guida di Robert Altman. Forse avrebbe amato Il lungo addio...
Nelle grandi opere di Chaplin, di Mizoguchi, di Ingmar Bergman, "non si sente" la macchina da presa: non sono girate secondo i canoni del "cinema di poesia". E il fatto che non si senta la macchina da presa significa che il linguaggio aderisce ai significati mettendosi al loro servizio, è...
"Heavy" lo traduciamo "Duro" e va bene. Ma come si può rendere da noi il termine "Broad"? Generosa, di larghe vedute, se riferito a una signora? Ovvero libertina. poco di buono, di facili costumi? The Heavies e Broads sono due volumetti gemelli usciti a Londra tanti anni fa e...
Uno del luoghi comuni sul neorealismo è che sia stato un cinema povero, fatto con mezzi di fortuna e perciò abborracciato, tecnicamente modesto. Una volta ho sentito un tale (un professore) affermare che allora si prendevano gli attori dalla strada perché i professionisti costavano troppo; che...
«Che cosa ci può essere di meglio per l'uomo medio se non il contrario dell'uomo medio?». Fermamente convinto di questo, Mickey Spillane creò l'antieroe Mike Hammer e ne fece, nell'America dei primi anni 50, una specie di giustiziere della notte o di James Bond pre-tecnologico. Il suo primo...
Forse non dovremmo mai conoscere da vicino le persone che ammiriamo, dovrebbero bastarci i loro libri o i quadri o i film. C'è il rischio che nell'incontro non scatti quel minimo di affinità umana che spinge alla simpatia. E allora è inevitabile che ne risenta anche il resto: quello che prima...
Nel teatro all'antica francese la pochade è una farsa di gusto libertino con scambi di alcova e di persona, amanti nell'armadio e sotto il letto, corna varie. Ha avuto il suo momento nel primo dopoguerra e in genere quando si esce da tempi oscuri e si deve in fretta dimenticare. Al...
Nel film di Sergio Citti c'è sempre qualcuno che ha fame. Non appetito, fame vera, che si placa di fronte a una fettina panata o a un piatto di pasta, come nelle commedie del dopoguerra. Tutto l'insieme, facce, ambienti, vestiti, ci dice che siamo negli anni 70 o all'alba del Duemila, che...
È più facile immaginarsi la figlia di Jayne Mansfield o la madre di Mariska Hargitay? Compìto duro in ogni caso. Chi ha un'età e ricorda bene il biondo clone di Marilyn, oggi fatica a trovarne traccia nella grinta severa della detective Benson in Law & Order Unità Speciale, la...
«Caro Gianni, mi permetto di sbucare così, di punto in bianco, il giorno della morte di Ingmar Bergman. Sento il bisogno di condividere questo momento con qualcuno, e il fatto che tu sia un interlocutore virtuale non mi disturba, anzi mi mette di più a mio agio, mi toglie l'imbarazzo di farmi...
Oggi sono di moda nel dvd i commenti degli autori. Questo presume che il film sia stato già visto almeno una volta in santa pace e le chiacchiere aggiunte non disturbino. Sennò è come il ronzio di un maleducato che parla nella fila di dietro durante la proiezione, magari dei fatti propri. La...
Diceva John Huston che la sceneggiatura di un film è come una macchina dove ogni elemento ha la sua importanza e se non c'è niente fuori posto si mette in moto e cammina. Jean Renoir parlava invece di digestione lenta di un'idea: ogni storia si sviluppa per gradi dall'intuizione di partenza, è...
Forse non fu un caso che l'arrivo del treno alla stazione impressionò tanto gli spettatori del primo cinematografo Lumière. Forse era il segnale che treni e cinema avrebbero avuto un legame speciale. Solo chi l'ha provata sa quanto è scomoda una ripresa in automobile e com'è piatta l'immagine...
Le scene più memorabili di Spartacus sono quelle della scuola dei gladiatori, con il duello finale tra i due schiavi. Senza bisogno di migliaia di comparse urlanti, in un'arena dieci volte più piccola del Colosseo, Stanley Kubrick punta sui caratteri e ci commuove. Non sono il solo a...
Ho rivisto in un logoro vhs doppiato in italiano il film Grandi manovre di René Clair. All'età di dieci anni fui costretto a sorbirmelo senza capirci granché (volevo vedere un western) e odiandolo a morte. Nel tempo immemorabile che separa le due visioni, qualcuno ha dato retta a quel...
Tutti i film si fanno per bisogno, anche se i bisogni cambiano a seconda delle circostanze. Luchino Visconti, che pretendeva sempre il meglio da sé e dagli altri, negli ultimi anni tenne testa alla malattia accettando il lavoro come un obbligo di vita. Si era sempre portato appresso la nomea d'...
Nell'edizione italiana per la scuola media di Alice nel paese delle meraviglie, una nota raccomanda agli insegnanti di «evitare un percorso di lettura troppo tortuoso e arzigogolato», dal momento che il celebre testo «è stato sottoposto a ogni tipo di analisi e di interpretazioni da...
In un'alba gelida, alla periferia di Milano, viene trovata una ragazza bellissima gettata in strada come un sacco d'immondizia: è stata violentata. Al posto di polizia lei riconosce il suo aguzzino, un operaio incensurato che però nega disperatamente di averla mai vista. Intanto si muove quello...
Quando si parla di amicizia virile a proposito di certi western d'altri tempi si vuole intendere un'altra cosa. È un vecchio eufemismo per dire che i rudi cowboy della nostra infanzia non spendevano tutto il loro tempo a sparare al pellerossa, a trasportare bestiame, a dare la caccia ai banditi...
«Il cinema ci darà violente alterazioni emotive prodotie per collisione. I più singolari contrasti potranno essere proiettati dinanzi a noi con una rapidità che lo scrittore può soltanto perseguire invano... ». Chi ha pronunciato questa ardita sentenza? Un regista invasato? Un produttore...
Più di una volta ha provato lui stesso a chiudersi in un cliché ma non ce l'ha fatta. Quando uscì Bullit, per esempio, il "New York Times" scrisse (elogiandolo) che sembrava un incrocio fra Humphrey Bogart e Marcello Mastroianni, con la scorza un po' più vivace del primo e l'aria meno...
Gli spettatori di oggi li vedono ogni tanto in televisione, di mattina, deturpati dal colore postumo appiccicato. Ma non fanno più ridere come una volta. Se da noi li riprongono tanto spesso è anche perché nei loro film d'annata c'è la voce di un doppiatore che da sola è uno spettacolo. Alberto...
Qualche tempo fa, spulciando in una bancarella di libri usati, ho trovato un volume quadrotto di cui non sapevo l'esistenza, dal titolo semplice Gianni Amico. In copertina una bella foto di un giovanotto in giacca e cravatta a passeggio con un Roberto Rossellini scamiciato sulla...
Girati in Francia nel primi anni 70, Il fantasma della libertà e Il fascino discreto della borghesia mi sembrano i più riusciti tra tutti i film sonori di Luis Bunuel: feroci e lievi, ironici e profondi. Conservano i tratti infallibili del loro autore (la sua Spagna. il suo...