Gianni Amelio
Che il più bel film musicale di tutti i tempi sia un omaggio al cinema muto è un felice paradosso. Altrettanto bizzarro è che questo capolavoro sia penalizzato nella nostra memoria dalla sua stessa perfezione. Mi spiego. Di solito nei musical la parte che conta di meno è la storia, il racconto...
Arthur Penn ama talmente gli attori (o meglio, l'arte del recitare) che ogni volta si stupisce di fronte al cosiddetti non professionisti. Non voleva crederci quando gli dicevo che uno degli interpreti principali di un mio film era un ottantenne ex pescatore, che non aveva mai visto prima una...
Stiamo dimenticando per fortuna che cos'è una colonna guida. Da quando anche da noi i film si girano con la presa diretta del suono (e all'estero se la ridono quando leggono nel nostri titoli di testa suono in presa diretta: per loro è una norma inutile da sottolineare), dagli...
Ha fama di essere, se non un grande film, un grosso film. Per la durata, per il cast, per la magnificenza produttiva, per il soggetto: un filmone come dicevamo nel '56, un kolossal come si dice oggi. Ma Il gigante è qualcosa di più e qualcosa di meno di un intrattenimento,...
Ogni spettatore ha la propria storia del cinema, che non coincide sempre con le storie ufficiali. l film camminano con noi, non sono belli o brutti una volta per tutte. Da ragazzo mi bastava il leone della Metro che ruggiva o i riflettori della Fox che s'incrociavano nel buio per mettermi...
Da dove potrebbe cominciare un'ipotetica lezione di cinema? Dalle ultime inquadrature di Ladri di biciclette, probabilmente. Per capire intanto che cos'è un finale, in un film come in un romanzo... Tra finali aperti o chiusi e altre formule di comodo, vincerebbe una tesi forse ingenua...
Orson Welles era disponibile solo per dieci giorni, non uno di più. Per ragioni di tasse arretrate si teneva lontano dagli Stati Uniti, lavorando tra il Messico e l'Europa. Perciò Fleischer lo incontrò solo la mattina delle riprese, mentre si truccava da solo in camerino. Si stava mettendo un...
Un nome come Melville non si sceglie a caso, soprattutto se all'anagrafe ci si chiama Gumbach e non si pensa ancora di fare il cinema. Jean-Pierre (classe 1917) lo adottò per ammirazione e per desiderio di identificazione con uno scrittore che lo emozionava più di chiunque altro. Prima ancora...
«Sono gli altri attori che recitano per me», ha detto una volta Alec Guinness. Intendeva, il sommo interprete, che più hai di fronte un partner di valore, più ne guadagna il tuo lavoro. Non doveva pensarla così Joan Crawford che, avendo come antagonista Mercedes McCambridge in Johnny Guitar...
L'avventurosa storia del cinema italiano avrà presto una nuova edizione aggiornata. Ottima idea. Il glorioso libro di Franca Faldini e Goffredo Fofi può tornare utile ai più giovani e solleticare ancora gli addetti ai lavori. Che nei vecchi tomi ormai introvabili raccontavano le...
Negli anni '60, al tempi del western all'italiana, le produzioni ricche giravano nel sud della Spagna, in Almeria; quelle povere si dovevano accontentare del dintorni di Madrid. Era per via di coproduttori micragnosi che tiravano sulle diarie. A meno di un'ora dalla capitale, c'era un posto che...
Quando girò il suo primo film, Elvis Presley aveva appena compiuto vent'anni. Il colonnello Parker, che gli faceva da agente con piglio militaresco, lo scaraventò da un giorno all'altro sul set di un western in bianco e nero, dove la sua presenza scatenò un mezzo putiferio. Non era il...
Tra corti e lunghi, muti e sonori, Allan Dwan aveva diretto, quando uscì Veneri rosse, più di quattrocento film. Bastava questo per incutere rispetto. All'epoca però non sapevo chi fosse Allan Dwan e il film lo andai a vedere forse per il titolo, o per Rhonda Fleming. Non conoscevo...
In America si usa l'espressione has been per qualcuno che ha passato il suo momento di gloria, non conta più niente, ha già dato. Per Jean Seberg, dopo il fiasco del suo debutto in Santa Giovanna e l'impopolarità di Bonjour tristesse, inventarono di peggio: never...
Quando ci invitano nella giuria di un festival c'è una molla che scatta e ci fa dire subito di sì. È la vanità. Se poi si tratta di Cannes o di Venezia, la prendiamo come un'investitura e corriamo ad affittare lo smoking. In realtà, ci sono un paio di buone ragioni per accettare, non di più: la...
La parola estate ricorre più di una volta nel titoli di Tennessee Williams. Hanno bisogno di caldo e di sudore le sue storie, sono torride in tutti l sensi. l titoli dei drammi di Williams sono in genere molto belli, se ci piace il suo estetismo eccentrico, il culto per la parola...
Tra le tante cose che non so del cinema c'è il perché le scene di morte violenta si filmano spesso al rallentatore. Non so chi è stato a cominciare, ma Peckinpah ha sicuramente fatto la sua parte. Posso dire che da lui non me lo sarei aspettato? Che saltai sulla sedia quel pomeriggio del '69 (...
Hitchcock si vantava di non guardare mai in macchina, cioè di non controllare personalmente l'inquadratura con l'occhio della cinepresa. Lui decideva come riprendere la scena, dava disposizioni ai tecnici e agli attori e se ne stava seduto, il più delle volte girandosi i pollici. Il film -...
Qualche spettatore confonde la sceneggiatura con la scenografia: uno sproposito che fa sorridere e basta. Ma non è che sulla sceneggiatura e sulla scenografia gli addetti ai lavori abbiano le idee più chiare... Spesso si valuta una buona ambientazione dal vero (opera per lo più del regista o...
Se domandate a un amico giovane qual è il primo film che ha visto, nove volte su dieci vi dice che l'ha visto in videocassetta. La sala, qualche decennio fa, era un luogo in cui si entrava poco e malvolentieri. Già verso la fine degli anni '70 i cinematografi chiudevano e si riciclavano in...
«Sono sazio di orrori. La paura, familiare al miei pensieri omicidi, non mi fa più sobbalzare...». Sono parole di Macbeth che Terence Fisher - regista di Dracula il vampiro - respinge senza mezzi termini. Macbeth è un uomo fortunato. Ha davvero incontrato streghe, fantasmi, e ha visto...
Non so chi ha inventato il termine soap opera. Chiunque sia stato, si merita il nostro sincero disprezzo, anche se, di suo, non ha colpa. Si è limitato (forse era un giornalista) a prendere atto di una situazione e a chiamarla col suo nome. La televisione americana, già negli anni '50, era...
Nel piccolo, simpatico Festival di Villerupt, il programma di qualche anno fa si intitolava 22... Les carabiniers ed era un omaggio alla nostra benemerita. A parte il gioco di parole (nella cabala napoletana i carabinieri sono indicati col numero 11, in Francia col 22... ed era anche...
Di una canzone si dice che è orecchiabile quando, sentendola una volta sola, riusciamo a fischiettarne il ritornello. Una canzone orecchiabile non è necessariamente bella o brutta. Arriva, come si dice, prima di un'altra che - magari più insolita - ha bisogno di un secondo o di un terzo ascolto...
«Non sono io che torno al cinema, è il cinema che torna da me». Pare che fosse questa la risposta di Eric von Stroheim durante una conferenza stampa alla Paramount, prima di girare l cinque segreti del deserto di Billy Wilder. Era il 1943 e il suo ultimo film da regista, Queen...
«Trovo che sia molto più interessante essere vittima di un uomo che di una situazione», confessò una volta Barbara Steele. Intendeva dire sullo schermo, nelle parti che le davano da interpretare. Tutte a senso unico o quasi, e tutte in Italia, nella prima metà degli anni '60, in titoli che...
«Non vorrei che si usasse lo stesso metro di giudizio per la Rolls Royce e per la 2 cavalli, che spesso si rivela più utile della Rolls Royce», diceva, convinto, Edgar G. Ulmer. E non perché volesse fare i filmoni con le grandi Compagnie. Aveva scelto lui di lavorare da indipendente. Tra i...
A tutto pensava Josef von Sternberg quando disse «Marlene sono io», tranne che a Madame Bovary. Anzi, intendeva l'esatto contrario di Flaubert. Se lo scrittore condivideva fino in fondo le cadute della sua eroina, Sternberg invece attribuiva solo a se stesso le virtù della Dietrich. Voleva dire...
Il suo nome, avrebbe detto la Magnani, è fittizio, provvisorio, contingente. Si chiama Vacanza, Holiday Golightly, nata Lulamae Barnes, sposata a quattordici anni, ex attricetta, amica di tutti, consolatrice di carcerati. esuberante, generosa, pasticciona: una bambina mai cresciuta. La...
La parola oyama in lingua giapponese indica un attore vestito da donna. Non nel senso che sta recitando una farsa, come accade spesso, ma quando impersona una figura di sesso femminile, in maniera convinta e credibile. Succedeva ìn Giappone all'epocà del muto, quando recitare era...