Giona A. Nazzaro
Direttore artistico del Festival del Film di Locarno. Autore di libri e saggi. Dischi, libri, gatti, i piaceri. Il resto, in divenire.
Si vorrebbe non entrare mai nella diatriba libro vs film. Anche solo per non ripetere cose già dette all’infinito. Allora, premesso che il libro è un capolavoro e il film no (e non per un pregiudizio aprioristico), resta da vedere cosa non ha funzionato. Intanto, e iniziamo dalla fine, non si...
Chi è Jason Blum e perché gli piace tanto farci paura? E pensare che, da aspirante produttore, s’era fatto scrivere una lettera dall’amico di famiglia Steve Martin, allegata poi alla sceneggiatura di Kicking & Screaming - Scalciando e strillando, progetto che sarebbe diventato l’...
Wacken è la Lourdes del metal e dei metallari. La fatica per arrivarci e prenotare i biglietti con anticipo per vedere i propri idoli è pari solo al cammino a piedi verso Santiago di Compostela. Wacken è il metal. Il festival dei festival. Wacken Il film è il tentativo di rendere in...
Un film a dir poco bizzarro, questo UFO in Her Eyes (titolo magnifico, forse il più bello dell’anno), diretto da Guo Xiaolu, scrittrice, documentarista e regista, autrice di film curiosi come How Is Your Fish Today? e She, a Chinese, Pardo d’oro a Locarno nel 2009....
Troppo male offende il mondo. E alle storie e alla storia dei vincitori, Jean-Marie Straub oppone, con uno scarto visionario ma politicamente lucidissimo, la possibilità delle memorie e dell’archivio. Strutturato come un viaggio nel cinema di Straub e Huillet, il film inizia con l’unico...
Un thriller politico. Ma di quelli rari. Di quelli che fan paura perché si tengono attaccati alla pelle della città e dei fatti. “Le bugie dei vincitori”, suona il titolo in tedesco, e raramente un film è stato più profetico rispetto alle sorti del proprio paese di quello di Christoph...
Con uno scarto a sorpresa, Guido Chiesa firma con Belli di papà la sua prima commedia a cinque anni di distanza da Io sono con te, il suo film più compiuto e segreto. E lo scarto dall'uno all'altro non potrebbe essere più evidente, forse la derapata più clamorosa di una...
Guillermo del Toro crede profondamente in ciò che fa. La sua erudizione non lo conduce a un approccio metalinguistico nei confronti dei generi, ma a una loro attualizzazione critica. Crimson Peak non è solo un omaggio al gotico, ma anche e soprattutto una riscrittura politica di un...
Il titolo del quarto lungometraggio di Tonino Zangardi, ispirato al suo romanzo omonimo, potrebbe anche essere letto come volontà di un cinema che non esiste più di unirsi con un pubblico purtroppo anch'esso ormai scomparso. Giuliana (Claudia Gerini) lavora come cassiera di un supermercato dove...
Un film costruito come una rete attraverso l’utilizzo di pochi elementi. Una donna (la sorprendente popstar nipponica Cocco), un microappartamento e la doppia vista della protagonista. Kotoko giunge dopo Repulsion di Polanski, Tre donne e Images di Altman (...
Maïdan non è un capolavoro. Anche se è senz’altro un film importante. Un lavoro giunto con eccezionale tempismo a commento di una situazione esplosiva - quella delle proteste contro la sospensione degli accordi fra Unione Europea e governo ucraino e dei violenti scontri nella piazza di...
Da quando Otar è partito, il cinema non è più lo stesso, ma Otar ha continuato con tenacia resistenziale e poetica a praticare il solo cinema che conosce. A tenere in vita un ecosistema sostenibile che è soprattutto officina e modello di un modo di stare nel mondo che non contempla...
All’horror non piace la globalizzazione. Per fare paura, bisogna stare fuori dal coro. Avere qualche idea non guasta. L’horror è una faccenda politica. Un genere al presente. Babadook, cupo e stiloso ...
In un'intervista di qualche anno fa con "Les Inrocks", Michel Houellebecq dichiarava, serissimo, che lenti come Wind of Change e Still Loving You non se ne scrivono più. Destino curioso, quello degli Scorpions, essere ricordati per un paio di ballatone insostenibili a...
I fratelli Zellner sono una specie di incrocio impossibile fra i Farrelly e i Coen (che con Fargo hanno offerto lo spunto a Kumiko, the Treasure Hunter). Con una differenza sostanziale: sono più interessanti. Alfieri del mumblecore, equivalente cinematografico dell’indie pop...
Dopo Quando i tedeschi non sapevano nuotare, Elisabetta Sgarbi ritorna nel delta del Po. Un territorio popolato da storie e da fantasmi. Con Per soli uomini, film che probabilmente si può considerare l'apice di una produzione cinematografica unica e multiforme, rigorosa,...
Sottratto all'oblio cui era stato superficialmente condannato, il cinema di Fernando Di Leo ha goduto di una straordinaria rivalutazione critica, merito, in primissimo luogo, di Manlio Gomarasca e Davide Pulici. Il documentario che M. Deborah Farina, già autrice di Paranoyd e di ...
Fabrizio Ferraro è un cineasta estremamente interessante. Tra i "novissimi", uno dei più appartati. Nonostante un corpus filmico di tutto rispetto, il cui titolo più noto è Quattro notti di uno straniero, continua a essere un imprendibile. Il suo ultimo Sebastian0, radicalissima rivisitazione...
I problemi sorgono sin dal titolo. Chi ha bisogno di cattedrali della cultura se non la borghesia che le erige per glorificare se stessa in quanto fruitrice privilegiata della cultura? Inevitabilmente si pensa a quanti non ci metteranno mai piede, in queste cattedrali. Wenders ha concepito un...
Cambia il pilota, non il risultato. Justin Lin cede il volante a James Wan, forse desideroso di scrollarsi di dosso l'horror. Geniale l'anti-incipit: un nastro che si svolge al contrario rivela la distruzione provocata da Deckard Shaw (Jason Statham) nell'ospedale dove è ricoverato il fratello...
No. Non ci siamo. Abbasso le buone intenzioni. E basta con il pauperismo esibito come vezzo "autoriale". Dado Martino, ossia Davide Tafuni, rifà il Pieraccioni degli esordi, come se ce ne fosse bisogno, e infligge al malcapitato spettatore una tale mole di banalità che non basterebbero a...
l riassunto della puntata precedente ce lo fa Stan Lee. Il patron Marvel spiega che, siccome prendersela con gli effetti nefasti del nucleare non è più in voga, conviene guardare in un’altra direzione. Per esempio verso quella fabbrica di cibo biologico che sorge proprio sulle rovine della...
«Quando parli sento odore di vagina». Lo dice Adrian Martinez a Margot Robbie. Ed è la cosa migliore del film. Una battuta che avrebbe potuto scrivere Francesco Milizia e che sarebbe stata perfetta anche per John Belushi. Diretto da Glenn Ficarra e John Requa, i quali avevano fatto ben sperare...
L’edizione appena conclusa del Festival di Berlino ha voluto omaggiare Wim Wenders, regista amatissimo sul finire degli anni 70 e per buona parte del decennio successivo. Un tributo senz’altro dovuto a un cineasta da molto tempo cristallizzato nel ruolo di volto ufficiale del cinema tedesco....
Sorprendente, nonostante le voci che lo annunciavano come un disastro. Con Jupiter i Wachowski radicalizzano la loro inarrestabile decostruzione del blockbuster. Purissimo cinema transgender, cosa che si era iniziata a intuire intorno al secondo Matrix, teorizzata in Speed...
Presentato in competizione al Festival di Cannes 2014, il Turner di Mike Leigh è stato frettolosamente accomunato, nel giudizio di coloro che non lo hanno amato, all'accademismo di una selezione inerte. In realtà il film segna un ulteriore e notevole scarto in avanti del cineasta, che...
Una delle necessità più impellenti che s’impongono alla cinefilia degli anni zero è di creare una cinefilia del cinema del reale. Una tradizione testuale del cinema non narrativo per evitare che finisca in un angolo della memoria dove vige lo spauracchio del “documentario”. Tra i numerosi...
La commedia agrodolce e garbata con annesso romanzo di formazione è un genere non codificato, ma con regole precise che, va detto, si notano soprattutto quando un regista riesce a farle proprie senza ossequiarle passivamente. Banana, in questo senso, aveva la potenzialità di essere il...
Paul Newman. Per molti, quegli occhi lì sono il segno stesso di una certa idea di cinema americano. E i film interpretati una specie di nastro infinito sul quale scorre come in un unico sogno la storia del nostro innamoramento nei suoi confronti e di tutto quanto rappresentava. Figlio dell’...
Il pianosequenza fisso che apre Hungry Hearts è magistrale e dichiara ciò che viene dopo. Un film cervello in forma d’assedio domestico. Si pensa a Polanski per pavlovismo critico. Eppure, se proprio si devono cercare riferimenti esterni, siamo più nei territori coniugali zulawskiani...