Pier Maria Bocchi
Pier Maria Bocchi guarda cinema da quando aveva 5 anni. E forse anche prima.
C?è una macchina in grado non soltanto di permettere giochi di magia incredibili, ma pure il teletrasporto con riproduzione ad libitum della persona. Il Dr. K e le mosche cronenberghiane non sono passati invano. Solo che Christopher Nolan sposta un po' più in là il progetto: che da intim(istic)...
Uno spunto. Thomas Hewitt, dopo un'adolescenza da macellaio freak vissuta in una famiglia di sadici assassini, diventa Leatherface indossando la pelle della faccia di un giovane guerrafondaio in procinto di ripartire per il Vietnam. Siamo nel 1969, e di lì a poco sarebbero accaduti gli eventi...
D'accordo tutto. D'accordo l'urgenza di parlare di guerra; la trasfigurazione del presente nel passato (tanto la Storia si ripete, e non è cambiato niente, e siamo sempre tutti uguali: cose altamente inquietanti); la necessità di smitizzare la tradizione e i racconti -orali e scritti- che la...
Per Del Toro il fantasy e l'horror sono una specie di cassapanca del 500 o del 600, tirata a lucido e cerata per la bisogna. Ma tarlata anche nei piedini. Il regista di Hellboy è una "sòla" tronfia e legnosa, il cui autorialismo esibito non riesce mai a fare i conti col genere in...
Dire che Timothy Treadwell è anche Fitzcarraldo che è anche Francisco Manoel da Silva e pure Woyzeck e ancora Aguirre e di nuovo l'intagliatore Steiner, è un po' banale [ormai]. Dire che Timothy Treadwell, al pari di tutti gli altri personaggi herzoghiani, è specchio e mitopoiesi dell'animo,...
Non credere alla realtà perché "non se ne può fare a meno". Di non crederci. La realtà, la contemporaneità cosÌ come la si vede (e non la si capisce), è troppo sfuggente per riuscire a darle un verso. Ed è troppo perfetta da non nascondere qualcosa di tumultuoso. Figuriamoci per una...
Con la traduzione italiana del titolo si perde la rima dell'originale. Ma non fa niente. Fa invece che il doppiaggio rovina la verve di Owen Wilson, ottima faccia (e mente) del cinema contemporaneo, e unico motivo di interesse (assieme ai suoi capelli, soprattutto nella scena di "arsura"...
Difficile non parteggiare per il grottesco ossimorico di Corrado Guzzanti. Difficile però anche non sbadigliare dopo un quarto d'ora. La genesi del lungometraggio Fascisti su Marte è lunga. Ma l'entusiasmo "di lotta" non basta a fare un film. Fascisti su Marte resta dunque uno...
Provate a confrontare il film di Hallström con L'inventore di favole. In entrambi l'invenzione (giornalistica) è portatrice di caos; la fi(ction)nzione è [anche] segno inquieto sociale, oltre che culturale; l'immaginazione è veicolo per la follia e/o la paranoia (e viceversa). In...
Harlan e Wade sono degli anacronisti. Non s?adattano a sé, non s?adattano al mondo. E le loro reazioni sono sproporzionate e, per l?appunto, anacronistiche. Down in the Valley, che è un dramma western, non è un racconto di follia incipiente; piuttosto, declina con inevitabilità tragica...
C'è uno splendido film del 1966 del grande Teshigahara Hiroshi (regista di La donna di sabbia, per intenderci) che si chiama The Face of Another. Le problematiche identitarie (l'amore, la persona come nome e volto determinati, le relazioni interpersonali, l'esistenza nel mondo...
Nell'omonimo e noto horror di Wes Craven del 1977 le colline soprattutto urlavano, oltre a spiare. E nella sua ruvidezza esasperata, il prodotto possedeva un'efficacia da panzer comunque un po' sopravvalutata. Il remake di Aja non inventa niente, purtroppo, adagiandosi sull'originale senza...
Ecco un bel filmino nonostante premesse rischiose e una partenza pessima. Sarebbe bene dire pochissimo della storia: solo che un ragazzo, nudo con asciugamano stretto attorno alla vita, è prelevato da due scagnozzi in casa di un suo amico, per il quale è scambiato, e scortato in udienza da un...
Il cinema migliore si rinnova sempre, anche dove meno siamo in grado di vedere. Figuriamoci in una poetica che fa della trasformazione dello sguardo il suo asse portante. È quella di Oshii Mamoru, che col sequel del già magnifico Ghost in the Shell punta altissimo e mette paura: perché...
C'è la guerra, oggi. La vita è stata spazzata via. Di umani ne esistono pochi. Un mad scientist è alla ricerca disperata del perfezionamento della sua invenzione ultima e suprema, nuove cellule in grado di troncare le ali alle malattie e alla morte stessa, ormai dilaganti ovunque e in chiunque...
Il regista Gregory Dark viene dal porno eighties (sua, per esempio, la serie semicult di New Wave Hookers), e si vede. Mette in scena come se fossimo ancora ai tempi di Michael Ninn, tutto flash-cut e velocizzazioni improvvise. È rimasto un po' indietro, anche nell'ideologia di genere...
I prodotti dei Fratelli Pang sono l'apologia della globalizzazione immaginifica, celebrazione del film come merce autoprocreante e autoriflettente da - opportunamente - smerciare (i loro titoli si susseguono a ritmo irrefrenabile e vengono ormai preacquistati internazionalmente a scatola chiusa...
C'era un tempo per lo spionistico, e c'era un tempo per la fantapolitica. C'era un tempo in cui uno come John Frankenheimer imbottiva l'immagine della realtà con un'endovena di suspense cinematografica purissima, mandando in fibrillazione cardiaca un genere e le attese che esso dava per...
Zhang Yuan è uno dei registi cinesi contemporanei più sopravvalutati. In vita sua ne ha centrate poche, e il fatto che molti suoi film siano risultati importanti per il contesto politico locale (indipendenza, guai con la censura) non è di per sé un avvaloramento. Sono stati tutti strombazzati e...
Eccolo qua, uno di quei testi a cui si è costretti a prestare la massima attenzione metafilmica. Che è ormai gioco sporco e da signorini, però talvolta inevitabile. E anche opportuno, come nel caso del ritorno davanti e dietro la mdp (e alla penna) di Sylvester Stallone. Il quale non ne azzecca...