Rocco Moccagatta
Studiava giurisprudenza, ma andava più spesso al cinema di quanto avrebbe dovuto. D'altronde il padre l'ha portato per anni al cinema ogni sabato. Di cosa potrebbe dunque lamentarsi? Dopo l'università, fa la cosa giusta e comincia a occuparsi davvero di film, persino professionalmente. Oggi lo insegna pure, il cinema, in IULM e in altre università del regno, soprattutto il cinema classico e il cinema dei generi popolari, la sua passione da sempre. Per campare guarda anche molta televisione, visto che lavora come scenarista e analista dei media presso la factory di media research Neopsis (non si pronuncia Neopsais, eh...). Ha scritto e scrive da tante parti, da Duel/Duellanti a Marla, da Ottoemezzo a L'officiel Homme. Nel tempo, ha scoperto che gli piace molto il cinema italiano di ieri e di oggi e che si può non vergognarsene. Il riconoscimento più prezioso è stato essere ribattezzato "Giancarlo Cianfrusaglie" da Maccio Capatonda.
Quando ha fatto davvero coming out la serialità di Ryan Murphy? Quando è diventato evidente che, pur nel crogiuolo incandescente ed esaltante della fiction seriale statunitense contemporanea, il Murphy’s touch era qualcosa d’altro, di diverso, di eccezionale (come gli Emmy ai...
Nella conclamata asfissia dell’editoria dedicata al cinema, le autobiografie, piccole e grandi, continuano ad accumularsi sugli scaffali. Al filone appartengono Una vita da zombie (David and Matthaus, pp. 358, € 18,90) e Come entrare nel cinema e rimanerci fino alla fine (Ass...
Lynch, sempre Lynch, fortissimamente Lynch. Perché chi scrive di Twin Peaks cita sistematicamente solo una metà della coppia Frost/Lynch? E Mark Frost? Problema congenito alla serie, fin dalla sua prima vita, quando, peraltro, i due padri, l’uno un regista di cinema eccentrico in via...
Quanti spettatori, di fronte all’estenuante gag di un pene chiuso in un lettino che apre Baywatch, versione cinematografica dell’omonima serie tv anni 90, si saranno chiesti che cosa stessero guardando davvero? Più avanti nel film, una sequenza all’obitorio con Zac Efron costretto a...
Homecoming, innanzitutto, come ritorno a casa (Marvel) di Spider-Man, per gentile concessione di Sony. Fuori le origini dell’Uomo ragno, dentro Robert Downey Jr./Iron Man come mentore; e, infatti, si parte dalla fine del primo Avengers, anno zero del cinecomix contemporaneo (...
Che beffa chiamarsi Paolo Limiti in una tv ormai priva di limiti! Roba da scriverci una canzone, come avrebbe potuto fare appunto lui stesso, paroliere per calibri come Mina e Ornella Vanoni. Anche se oggi (Limiti ci ha lasciati il 27 giugno 2017) ci ritorna in mente più l’incresciosa...
Dici Luciano Tovoli e subito pensi, immancabilmente, a Suspiria e alle sue geometrie cromatiche folli, o a Professione: reporter e al suo realismo fotografico persino brutale. Magari anche al cinema di Vittorio De Seta, a Banditi a Orgosolo, e, poi, a Diario di un...
Nel 2015, di fronte a questa curiosa comedy (post) apocalittica, la tentazione fu quella di liquidarla come un divertissement privato di Will Forte, approntato per lui dalla coppia Phil Lord & Chris Miller (già dietro tanta animazione sfiziosa al cinema, Piovono polpette e...
Qualche dose di Hollywood geriatrica (vecchie glorie mummificate in ruoli last action, come in Insospettabili sospetti), uno spicchio di Marigold Hotel, un cicinin di Smetto quando voglio. Oplà, ecco Il crimine non va in pensione. Pronto per...
Perché ci piacque così tanto 1992? Forse perché dietro quel progetto così insolito e ambizioso, gli anni caldi di Tangentopoli modellati su un gioco a incastri alla Ellroy (tipi umani inventati ma verosimili sullo sfondo dei fatti reali, con i veri protagonisti di quinta), circolava un...
A Steve Della Casa (spesso in coppia con Marco Giusti) dobbiamo ricognizioni e mappature preziose dei generi cosiddetti minori del nostro cinema, tra il piacere perverso del collezionista e il ricordo privato da spettatore. Il musicarello (già al centro del libro Il professor Matusa e i...
Alle medie, a un compagno un po’ sopra le righe l’insegnante (di matematica, mi pare) appioppò un bell’uno. «È per il suo bene», ci strizzò l’occhio. Leggo nelle pagelle di Film Tv (brrr, le pagelle… forse ha ragione chi dice che bisognerebbe abolire numeri, stellette e palle) un uno (1!) a...
Chi avrebbe potuto essere contemporaneamente, in una sola vita e carriera, il vampiro Dracula e un cinico cavadenti dal nomen omen di Cavanna? Ovvio: Toni Bertorelli, con quel fisico sbilenco, quel volto senza fine, quelle occhiaie profonde che, probabilmente, in un altro momento...
I bambini ci guarda(va)no, nel cinema di nonno Vittorio. Agli adolescenti, invece, guarda Andrea De Sica, al suo esordio in questo I figli della notte. “Reclusi” in un esclusivo collegio in un luogo imprecisato di montagna, sono ragazzini ricchi e problematici, mandati lì dalle...
La fine è nota (e chiara). «È femmina», dice Maria Teresa (Cristiana Capotondi) al sindacalista meridionale con il quale s’è messa dopo tanto tergiversare, prima di aprire ai titoli di coda su una piccola enciclopedia per immagini delle donne italiane della storia recente (fino a Samantha...
Gli ultimi anni di Daniele Piombi in tv sono stati all’insegna della leggerezza un po’ svagata, alla Peter Sellers in Oltre il giardino, e il suo ruolo, chissà quanto consapevole, quello dell’antifrasi alla tv dominante. Soprattutto dal palcoscenico della sua creatura, quegli Oscar tv...
Qualche tempo fa Claudio Amendola, ospite di Stracult per promuovere il suo ultimo film Il permesso - 48 ore fuori, un po’ scherzava e un po’ diceva sul serio: «Sarebbe un noir, ma mi hanno detto che ora bisogna chiamarlo crime». C’è, in queste ultimissime stagioni,...
Piccoli Jeeg Robot crescono. E flirtano con Smetto quando voglio. Ma, con tutta la simpatia, l’action comedy promessa pare una puntata extra long di Due uomini e mezzo, con due fratelli precari e mai cresciuti, sorellina a carico, che si reinventano goffi...
Al sesto film da regista, una vocazione rara nel cinema italiano di oggi a sondare l’universo misterico femminile nelle forme incandescenti del mélo, con la complicità della compagna scrittrice Margaret Mazzantini (sua sceneggiatrice di fiducia), Sergio Castellitto porta a Cannes, nella sezione...
GIANNI E LE DONNE
«L’ancoraggio della bellezza per me tiene il luogo della fede religiosa». L’ha detto Alberto Lattuada, ma avrebbe potuto sottoscriverlo anche Gianni Boncompagni. E l’appellativo di «regista delle ninfette» con il quale certa critica beghina marchiava il primo di certo...
Da Maniaci sentimentali a questo Lasciami per sempre (dal suo romanzo Baciami per sempre), Simona Izzo regista continua a incaponirsi sulle famiglie allargate, benché raggiunta e superata da tanta fiction tv. Se ci si lascia tentare dal gioco delle sovrapposizioni...
Dimentichiamoci di Terence Hill! Eppure Un passo dal cielo, tra i feudi Lux Vide della fiction Rai, è sempre stato il titolo nel quale l’ex-Trinità ha potuto più tener fede al suo passato cinematografico in una (blanda) detection avventurosa screziata di commedia (non a caso l...
Servillo laughs! Un po’ come la Garbo di Ninotchka, tra un Sorrentino e l’altro. Per la verità, aveva già riso qualche anno fa con Viva la libertà, ma quello era un sorriso amaro a fior di labbra in una commedia drammatica radical-(slap)chic, nobile e alta...
S e è vero che c’è una storia del cinema italiano fatta di sentieri non intrapresi e detour imprevisti, Alex Infascelli è lì a dimostrarlo. Figlio e nipote di produttori (il padre Roberto inventa con Steno il poliziesco all’italiana con La polizia ringrazia, il nonno Carlo il...
Nel memorabile incipit, in cima a un palazzo fatiscente, un uomo guarda se stesso morto, circondato da amici e colleghi inconsapevoli della sua presenza fantasmatica, mute ombre sulla scena del delitto. Corsi e ricorsi del fantastico italiano, che, tra cinema e tv, riemerge carsicamente in una...
Che Classe Z parafrasi, in più di un momento, L’attimo fuggente con consapevole scelleratezza, può anche indispettirci, ma, probabilmente, è un falso problema. Come pure che porti la firma di Guido Chiesa, lecitamente in fuga dalla definizione capestro di “autore impegnato e...
No, non sono la stessa cosa
Scrive Sangiorgio che non bisogna leggere le commedie italiane di oggi con il metro nostalgico di un passato irrecuperabile. Giusto. Forse va specificato che il passato di solito viene usato non tanto per distruggere le commedie odierne, quanto per...
In un cinema italiano che riesuma periodicamente generi e filoni, quando l’onnipresente commedia lo consente, il teen movie arranca da sempre. Sembrò possibile ai tempi dello Scamarcio teen idol nei mocciani Tre metri sopra il cielo (e Luca Lucini, aveva ragione Cattleya,...
Apparentemente senza un perché, un uomo si butta dalla finestra. Il figlio Giacomo lo guarda con candore infantile e, anche da adulto (un Fabio De Luigi perenne bambinone), si porterà dietro l’enigmaticità di quel gesto, in una sorta di crescita bloccata. Sembra il Bellocchio di Fai bei...
Oggi più che mai il cinema italiano ha bisogno di qualcuno come Maccio Capatonda, capace di smarcarsi dalle logiche delle commedie tutte uguali e dalla loro leggerezza insapore. Quando lui parla di «un film freak fatto da un freak», anzi, rivendica da regista-attore una salutare estraneità a...