
Giulio Sangiorgio
Dirige Film Tv, co-dirige I mille occhi di Trieste, programma cinema, festival, rassegne, insegna (alla Iulm), sviluppa (progetti di film di giovani registi, per Milano Film Network), e, soprattutto, sopporta. Sopporta tantissimo.
Ronde infernale su Riccardo III di Shakespeare, pornografia e sentimento, speculazione e perdizione, recita e beffa: i personaggi di Zulawski sono demoni che chiedono amore, si donano completamente, trovano solo disperazione. Sdegnato dal regista (per i dialoghi borghesi...
In digitale, cinema introflesso alla ricerca di sé. Frammenti di memorie, ombre proiettate nella casa vuota, pensieri stupendi e parole, parole, parole, opere, omissioni: un film, un movimento della memoria. Godard, sempre più funereo, evoca il suo nome insieme a quello di Rozier, Rossellini,...
Non un sequel, non un remake, ma una mutazione di Tetsuo. The Iron Man, aggiornata alla definizione del cinema digitale, alla lingua inglese e al mercato internazionale. Tsukamoto lavora d’accumulo: tutto è chiaro, anche le ellissi. Fino alla parodia. Ma il clangore e lo...
«La schiavitù americana non è uno spaghetti western di Sergio Leone. È stato un olocausto». Parole di Spike Lee, che ha dichiarato di non volerlo nemmeno vedere, Django Unchained, ultimo e già controverso film di Quentin Tarantino. Che qui s’ispira al Django di Corbucci, il...
Quarto film dedicato alle ...
Allo Spazio Oberdan di Milano, fino al 19 gennaio e all'interno di un percorso sul pensiero buddista (che comprende le proiezioni di Figlie del Tibet di Bari Pearlman e Himalaya, il sentiero del cielo di Marianne Chaud), la Fondazione Cineteca Italiana propone in anteprima per...
Mentre ritira dal proiettore la pellicola bruciata del suo monster movie amatoriale, Victor afferma convinto: «Posso aggiustarlo». Così oggi Tim Burton, autore riconosciuto e sfruttata griffe commerciale, può aggiustare il suo Frankenweenie (1984). Facendone un lungometraggio non in...
Negli Anni 90 Scream trasforma l’horror (genere atto a sublimare le paure della società) in un semplice gioco. Saw. L’enigmista, dopo le torture a Guantanamo e le esecuzioni su YouTube, restituisce il genere alla sua funzione: il gioco sadico è insostenibile. Nasce il ...
Prima dell’abominio L’eletto (se non ve lo ricordate buon per voi), Guillame Nicloux usa il polar per un ritratto psichico, tra impressioni e accensioni lynchiane: un’indagine che cerca di sciogliere la brina depositata su un’esistenza, di guardare nell’opaca solitudine di una...
Non c’è la presunzione di dare forma diretta ai pensieri di Alex, novello Raskolnikov, autore di un delitto senza castigo, ma la volontà di avvicinare un’estetica consolidata, la maniera dell’ultimo Van Sant, al mondo interiore di un individuo. Paranoid Park è meglio di uno specchio: è...
Da Loach al fantastico spielberghiano, sino a Ingmar Bergman. Ricky è la storia di un bambino che vola via leggiadro, con ali nate dolorosamente, come in un incubo di Cronenberg. L’incontro tra generi confonde la cronologia, il vero e il falso, speranze e lutto. Realismo dell’anima. Il...
Una storia d’ambientazione neorealista, che mastica e risputa forma e sostanza della società del consumo: è l’Almodóvar degli Anni 80, gonfio di un ironico vandalismo punk che scimmiotta le nuove onde. Un frullatore pop: alto e basso, sciatto e urgente, hard e mélo. Con un occhio a Germi e uno...
Nato a Parigi nel 1955, quando i semi della Nouvelle Vague sono pronti a germogliare e Truffaut, Godard & Co. stanno per passare dalla teoria alla pratica (rivoluzionaria) del cinema, Olivier Assayas frequenta in età acerba non solo le sale cinematografiche, ma anche quel che sta dietro,...
Gary Cooper cerca libri che lo facciano addormentare. «Vuole dei classici», suggerisce il libraio. Brackett & Wilder scrivono, per il Tocco di Lubitsch, questo classico a occhi aperti, precursore della commedia matrimoniale di Preston Sturges, tra satira, aperture demenziali, politicamente...
Tripudio di superfici e riflessi, bellezza ed esattezza del gesto: stilizzato come i rituali criminali messi in scena da Jean-Pierre Melville, questo film di Kim Jee-woon si gioca sulla lacerazione tra la meraviglia stilistica, l’estetizzazione, la pura formalità e i sentimenti, rimossi e...
Giallo su commissione per Mario Bava, variazione sul tema di Dieci piccoli indiani di Agatha Christie: pattern automatico, occasione per un cinema sfrenato che testimonia la paradossale (nell’immediato post ‘68) centralità del décor. Nel decennio che consacra il design, l’uomo qui è...
Interpretato dal sosia del Che Tomas Milian, i cui genitori furono vittime del regime castrista, una vetta dello spaghetti western, con una deriva guevarista così sfrontata da finire frequentemente nell’autoparodia (in cui il film successivo di Corbucci, Che c’entriamo noi con la...
L’urlo di Jerzy Skolimowski è quest’opera tesa tra la satira sociale e il fascino oscuro per l’irrazionale, l’antropologia e lo smacco, la perdizione e il disincanto, la parodia e la fascinazione per Jung. Un racconto orale distorto, ebbro di immagini, tra il free cinema e il...
Pialat l’irascibile, Pialat il rude, Pialat la montagna. Definizioni possibili, usate e usurate, per il caso Pialat. Un caso perché in Francia, negli Anni 60 e poi negli Anni 70, ogni regista era un caso a sé (nonostante la Nouvelle Vague). E Pialat, a sé, lo era più degli altri: regista...
Qualcosa è cambiato, nel rituale che porta al cinema masse di italiani nelle grasse feste di Natale. L'anno cinematografico non si chiude con il cinepanettone: Boldi sceglie di passare il Natale a 4 zampe inaugurando il dolciume in Tv e se De Sica arranca nel suo personaggio in...
In ricordo delle firme lasciate in calce alle ...
Costa Azzurra, 1915: nel paradiso bucolico della sua dimora, Auguste Renoir, maestro impressionista agli ultimi anni di vita, accoglie il candore solare di Andrée, modella, attrice e poi musa. Segnato dal lutto per la scomparsa della moglie, l'uomo affronta l'atteso ritorno di Jean, il figlio...
Ora che la Seconda Guerra Mondiale è finita, The Master, il film, è quel che rimane di Freddie: marine che non ha ruolo, soldato che non ha nemico, uomo che altro non conosce che deriva. Dopo il trauma bellico riesce solo a perdersi, Freddie. Freneticamente. Perdendo un amore, perdendo...
Se avete recuperato, settimana scorsa, Retroterra, non perdete l’esordio nel lungometraggio di Tariq Teguia: cinema contemplativo inesausto, sfiancante e paradossale, sulla voglia di fuggire dalla stasi agonizzante dell’Algeria. Fuor di grammatica, fuori da ogni retorica. Ostico, aspro...
Gabrielle è la fille coupée en deux. È scissa tra due uomini, ma, soprattutto, tra l’essere un oggetto passivo tra le mani altrui (oggetto del desiderio, pedina strategica) e l’essere attivo soggetto desiderante. Il (melo)dramma di questo noir è tutto qui. Il resto è teatro, bugia: d’...
Le sequenze d’apertura e chiusura, prive di dialogo, sono sinfonie per sole immagini, suoni, corpi e musica (di Ennio Morricone). E dovrebbero bastare. Poi, è vero, la sceneggiatura stenta, Bronson è espressivamente nullo, la Ireland è respingente. Ma il cinema bis raramente è stato così vivo....
Dalla vera storia di un assassino seriale, non un romanzo, ma una cronaca criminale scarna, svestita d’orpelli, spogliata di ogni psicologismo, con un puntiglio realistico mai morboso che sfocia nell’iperrealismo perturbante. Il titolo è un nome, e un mistero. Con Luci della notte, il...
Collet-Serra, lo conferma Unknown. Senza identità, è un ottimo metteur en scène. Lavora sugli stereotipi, sa creare atmosfere, sa sorprendere, si può permettere di andare fuori misura: qui sfilano lo studio psicologico, la seduzione demonica, l’assurdo coup de théâtre freak. E...
Prodotto di genere, spettacolare, spaghetti western picaresco e terzomondista, pregno d’umori satirici e riferimenti politici puntualmente colti dai giovani di Lotta Continua, che s’appropriarono dell’icona Cuchillo (un Milian prima della deriva trash di Monnezza). Sollima è lo stesso di ...
Con Il padrino - film che aggiorna il classicismo cinematografico, affermandone a chiare lettere l’inestinguibilità - Francis Ford Coppola aveva colto lo stato delle cose: l’etica di Michael che lentamente s’impregna di quella di Don Vito, la sostituzione al comando, Brando che lascia...