Filippo Mazzarella
Filippo Mazzarella (1967) va al cinema da circa 49 anni e da almeno venti macina una media di due film al giorno senza sapere perché né tantomeno capendo esattamente cosa vede. Allo stesso modo, possiede 12.000 dischi che non ha mai ascoltato e 40.000 albi a fumetti che non ha mai letto. Nonostante il vizio del millantato credito, oltre che a FilmTV collabora anche a Corriere della Sera – ViviMilano, alle riviste Ciak e SegnoCinema e al prestigioso Dizionario Mereghetti. Direttore artistico di Cartoomics e consulente di Asti Film Festival, nel tempo libero vorrebbe completare la sua collezione di giocattoli vintage di Star Wars. Ma non ne ha, di tempo libero.
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Con un comunicato laconico e sobrio, com’è da sempre loro stile, i R.E.M. hanno annunciato il loro scioglimento. «The skill in attending a party is knowing when it’s time to leave» («L’arte dello stare a una festa è capire quand’è ora di andare») dice Michael Stipe. Santo pensiero, che per...
Un giovanissimo blogger musicale di L.A. mi mostra pavone la sua collezione di 21 mila e rotti “album”. Virgolette. Ché per quanto maniacalmente completi di copertine, testi e perfino eventuali inserti, gli “album” stanno tutti in una scatolina nera grande come due pacchetti di sigarette:...
…à rebours, per decenni. 1951: Rashomon di Kurosawa. 1961: L’anno scorso a Marienbad di Resnais. 1971: Mostra non competitiva. 1981: Anni di piombo della Von Trotta. 1991: Urga. Territorio d’amore di Mikhalkov. 2001: Monsoon Wedding...
Sarà che il cinema di Gaglianone ruota da sempre attorno a un'idea di urgenza morale che già nel romanzo di Massaron emerge a fatica malgrado il tema forte della pedofilia; sarà che dopo il balzo in avanti di Pietro tornare a misurarsi a livello di struttura narrativa con quelle...
…e si perpetua l’officio del rito veneziano, con l’attenzione tricolore tutta concentrata al solito sulle luci dei tre titoli in Concorso (e le ombre dell’annunciato quarto, Amelio, che se n’è andato in trasferta altrove…) e sull’extraterritorialità da coloristi del VascoRossiMovie che va a...
L’invisibile überflop (devo riconoscere il copyright della definizione ad Andrea Fornasiero) negli Stati Uniti di Milo su Marte, che da noi in sala ha fatto solo un’uscita tecnica per poi finire (male) sugli scaffali delle poche videoteche ancora esistenti, è stato la goccia che ha...
Loro erano qui prima, come sottolinea l’ironico titolo del loro nuovo album Here Before (Bar None) con cui tornano a vent’anni di distanza dal precedente Time for a Witness. Prima della revisione Made in R.E.M. del jingle jangle dei Byrds, prima del diluvio indie,...
Domenica, e niente da fare. Zampetto per ore tra blog, Facebook, siti di critica online. Passo in rassegna i film più importanti dell’ultimo mese. E vedo e sento e avverto che dietro la superficialità e la tronfia presupponenza di quasi ogni parola e opinione e posizione di recensori a me...
Anders Behring Breivik. Nome perfetto per un regista “dogma”, se ancora ne esistesse qualcuno. Ma anche per passare alla cassa dei quindici minuti di fama e Storia che a nessuno più si negano come quello di un giovine nazi-idealista che da solo è stato capace di fare cento morti in un colpo...
Già da qualche mese mi ero ripromesso di utilizzare il pulpito dei cattivi pensieri di questa settimana solo per unirmi ai festeggiamenti (che spero siano stati adeguati) per gli ottant’anni del maestro Ermanno Olmi, rinunciando di fatto alla normale funzione di servizio della rubrica e...
All’ultima edizione della Milanesiana, Piergiorgio Odifreddi ha rispolverato per un attimo il suo “ateismo provocatore“ definendo la Bibbia come una delle grandi opere di finzione della storia della letteratura. La battuta era vecchia e, giustamente, non ha generato reazioni (anche gli esegeti...
Ecco. Viviamo nell’era del caos sistemico enunciato dal compianto Giovanni Arrighi come (più o meno) «l’incapacità di un sistema economico di dare risposte equilibratrici agli shock esterni che non riescono più a essere assorbiti e producono caos esponenziale». Solo che, oggi, la definizione...
Domanda: quando, oggi, un film è brutto? Capiamoci: non parlo di contenuti, etica, politica, “messaggio”. Solo di forma. La risposta, se confrontiamo la confezione media del cinema di consumo italiano e straniero degli anni Duemila anche solo con quella di un decennio fa, è:...
Prendete un genere, il fantasy storico, che normalmente non è che sia proprio sinonimo di “cool”. Prendete ora un regista senza nome, una onesta nullità. Poniamo: un Dominic Sena. Ora prendete un attore che invece un nome (e pure un Oscar) ce l’ha ma che automaticamente non garantisce sfracelli...
Ah, però. Ultimo segno in ordine di tempo, anche se non si capisce bene perché (del resto non si capisce neanche cosa c’entri il titolo Manifesto futurista della nuova umanità col testo dell’orrido brano), nel finale del nuovo video di Vasco, un’Origine du Monde di Courbet...
Succedono cose. Per esempio. Schivata la “tassa di scopo” sul cinema che avrebbe portato gli spettatori di, che so, Angelopoulos a sborsare un euro in più per agevolare i Vanzina, è in ballo un decreto sulla presenza obbligata di «personale addetto ai servizi di controllo» (leggi: buttafuori)...
Quattro convinzioni e un funerale. Sono convinto che se anziché «Regia di Jodie Foster» ci fosse stato scritto «Un film di Jonathan Demme» in molti avrebbero salutato Mr. Beaver come un capolavoro. Sono convinto che se Benigni al Tg1 non lo avesse paragonato a Michelangelo, Emanuele...
Due obnubilanti settimane di Croisette hanno fatto sì che il nuovo attacco al Festivàl del Cinema di Roma del neonato ministro della Cultura Galàn passasse inosservato dai più e ampiamente censurato dai meno. Ovvero. È successo che, durante una visita al Salone del Libro di Torino e quindi...
Come si fa ad avere cattivi pensieri in questa settimana dei miracoli? Non si può. Non si deve. Nelle sale, c’è un film gigantesco, immenso, infinito, The Tree of Life, che sembra venire dal passato ma che in realtà è una sonda dal futuro avanzata come e più e meglio e oltre Avatar...
«Gesù gli disse: “Perché mi hai visto, tu hai creduto. Beati coloro che non hanno visto e hanno creduto!”» (Giovanni 20:29, ma anche Obama 02/05). La parola Cannes, esiste. Ma Cannes, esiste? Accade davvero? E come? E dove? E soprattutto: per chi? Non saprei (più). Non m’importa (più). Cannes...
Chi ha bisogno di supereroi quando i veri capitanamerica pigliano il nemico pubblico n.1 e lo buttano a mare senza neanche farci vedere come? Eppure. Quand’ero piccolo e senza lavoro, volevo essere un famoso X-Man della Marvel: Angelo. Per volare. Da grande, mi sono ritrovato invece a...
A volte vorrei essere giovane. Cioè, giovane dentro, ché fuori dico ancora la mia. Tipo: oh, raga, bella lì. Cose così. A volte vorrei essere più sul pezzo. Cioè, per entrare a vedere Kick-Ass con quel nonsocosa che hanno quelli che li noti che proprio godono e ululano. O per vivere...
Dal criptomarxista don Giulio alla viltade dantesca del cardinal Melville, 25 anni di liturgia morettiana bruciano nell’immensa, stratificata, perfetta imperfezione di Habemus Papam. Nel 1985, dicevamo che Moretti era il latore massimo di un sinistro orrore per l’altro...
Non voglio entrare nel merito artistico (anzi sì: fa schifo) della fiction di Rai1 Giulio Base’s La donna della domenica né fare incongrui paragoni con l’originale di Luigi Comencini (già non tra i migliori Comencini), ma solo ricordare che anche quel precedente adattamento del romanzo...
Ollallà. Siamo in guerra. E in guerra, si sa, sparare sulla Croce Rossa non è buona cosa. Ora: anche se la furia con cui Natalia Aspesi si è scagliata su “la Repubblica” contro il cinematograficamente inguardabile e ideologicamente impresentabile Goodbye Mama della sedicente regista...
Chi l’ha visto? Silvio Forever, intendo. Pochi, forse neanche buoni. Cui prodest, dunque, come ben si chiede Maurizio Porro dalle colonne del compiacente Corsera? Non sono le uniche domande che solleva l’opera (?) di Faenza/Macelloni, autobiografia (?) non autorizzata del...
Si sa che il cinema americano (un certo cinema, certo: ma proprio quel cinema americano di cui da sempre siamo certi) è un’arte che si regge (anche) sul calcolo, sul ritorno d’investimento, sul marketing. Sul business, insomma. Questa verità incontestabile non ci ha impedito...
Se ogni valore morale deve misurarsi con la realtà cui lo si applica, Non lasciarmi non poteva che essere raccontato in un presente distopico. In un'Inghilterra uguale e diversa da quella contemporanea, tre ragazzi (Mulligan, Garfield, Knightley: uno più bravo dell'altro) cresciuti in...
Ha ragionissima Mario Sesti: l’Italia messa in scena in Manuale d’amore 3 non esiste se non nei sogni di chi crede di essere stato eletto dal popolo sovrano. Questo significa che invece quella rappresentata da Molaioli nel Gioiellino dovrebbe essere quella “vera”? Macché: data...
Rivedo (sia benedetto YouTube) la spaventosa intervista sanremese della Canalis a De Niro. Quando lui le dice che il suo film «del cuore» è Raging Bull, ovvero Toro scatenato, la povera ragazza d’acchito sembra che capisca RED BULL e poi si corregge in un annichilente RIDING...