Giulio Sangiorgio
Dirige Film Tv, co-dirige I mille occhi di Trieste, programma cinema, festival, rassegne, insegna (alla Iulm), sviluppa (progetti di film di giovani registi, per Milano Film Network), e, soprattutto, sopporta. Sopporta tantissimo.
Vi diranno che è un esercizio di stile: vero. Perché Johnnie To esercita, sperimenta sino al virtuosismo, porta al parossismo il suo stile leggero, pura bellezza del gesto. Che lotta contro la gravità e la fisica, mentre i suoi personaggi reinterpretano un cinema pesante, classico, carico di...
Primo effettivo sequel di Paranormal Activity (il 2 era un prequel contiguo, il 3 un prequel remoto), questo capitolo 4 aggiorna al nuovo panorama mediale il rapporto che fonda la saga, ovvero quello tra la presenza del Male e l'invadenza dei dispositivi di registrazione della realtà:...
«Il terrore è l’arma, il mezzo, non il fine. Il fine è l’amore. È la poesia. La tenerezza». Franju esordisce nella fiction, tre passi avanti e indietro nel delirio, cercando il realismo e sformandolo nell’allucinazione con luci che a Godard ricordavano Dreyer e a noi Pabst. Un urlo viscerale,...
Jane Eyre secondo la Rko di Val Lewton. Genere: orrore e metafisica. Budget risibile e forme di sconcertante modenità: Tourneur dà forma al conflitto tra raziocinio e imponderabile confondendo lo spettatore, filmando e rifilmando la realtà come fosse un sogno. E viceversa.
Truffaut rilegge Bradbury. I libri bruciano, il mondo è anaffettivo: le emozioni sono state risucchiate dalla televisione marca Grande Fratello, l’immaginazione è ridotta al desiderio infantile e consumistico, gli occhi sono vuoti. E chi resiste, resiste nell’autismo. Un film autobiografico....
Adoriamo Mike Mills come autore di videoclip, lo ritroviamo in questo film, esile e sofisticato ramoscello della commedia americana d’oggi, quella delle famiglie disfunzionali, dei genitori accecati dalle nevrosi, dei figli che deragliano da binari insicuri. Intelligentissimo, leggero, cinema...
Si apre su The Stranger Song di Leonard Cohen: ci sono solo un uomo a cavallo e il paesaggio, ma sono già brividi. Ghiacciati poi da questa mondanizzazione del Mito Western, che annulla il Sogno della Frontiera nel balletto darwinista del Capitale, nella tragedia goffa dell’uomo...
Lucida riflessione sull’America post 11/9 come cerchio ferito, messa in scena della necessità di inventare un nemico per fondare e cementificare la comunità, antico e struggente mélo. Respiro europeo, forme hitchcockiane, sorpresa finale che invita a rileggere le immagini: l’apice della maniera...
Nel cinema di Zombie lo spettatore affoga in un mondo cloaca: il suo affetto ondeggia tra maniaci omicidi e sbirri riprovevoli, la posizione etica, sempre sdegnata, si rimette in gioco in ogni sequenza. Fino al finale: perché quando Il mucchio selvaggio incontra i Lynyrd Skynyrd, si...
Calais, Nord della Francia. Uomini migranti in attesa di futuro, oltre la Manica. Uomini fuori dalla Legge, fuori dalle griglie con cui la politica organizza il mondo. Uomini che cancellano la propria identità, bruciandosi i polpastrelli per evitare che le proprie impronte vengano registrate....
Recuperato dal meritato oblio distributivo dopo il successo di Quasi amici (perfetto prodotto tra il popolare e il populista, pieno di un sentimentalismo pavloviano e con simpatiche vesti progressiste a mascherare i retaggi colonialisti), Troppo amici. Praticamente fratelli,...
Gemello dell’enigma metafisico di La sparatoria: Monte Hellman asciuga il genere, lo scarnifica sino al realismo concreto. Giocando contro lo spettacolo: un film come un quadro di Remington in movimento, una parabola kafkiana sull’impossibilità dell’innocenza. Tra l’esistenzialismo e...
Episodi del circo nonsense dei Monty Python, che folleggia tra la satira anticlericale, grotteschi siparietti contro il consumismo, cartoon dissacranti, irrisioni sociologiche e il gusto rivoluzionario, anarchico, funebre ed esilarante che annulla ogni linguaggio, ogni retorica, ogni struttura...
C’è in questo opus n° 10 di Kim Ki-duk lo scontro frontale tra due momenti della sua poetica, che lottano l’uno contro l’altro. La furia viscerale, la lirica bassa e fisica dei primi film e la ricerca che viene poi, una forma esotica da esportazione, satura, moralista. Kim si dibatte. Ma è...
Swinging London. Bunny non è all’uscita della scuola. È scomparsa. Se il giallo è il colore convenzionale per definire una storia d’indagine, il nero è quello dell’abisso psicologico in cui ci si perde: perché a Preminger interessa sondare, prima di tutto, le capacità narrative di una mente....
L’omonimo romanzo di Douglas Coupland non c’entra. Figure nel paesaggio di un centro commerciale, problemuncoli di una generazione infantile, un orizzonte culturale inguinale: bozzetti fumettistici, demenza sfrenata, pop triviale. Idiota? Sicuramente. Ma 20 anni dopo è attuale. Sintomatico. ...
Farocki, documentarista, artista video, compositore di immagini, ha una capacità: trovare immagini che disarmano, nella loro semplicità, nella loro evidenza. Qui mostra formazione e uso dei mattoni nel mondo. Rifiutando ogni commento. Ma aprendo nello spettatore questioni sociali radicali.
C’è una novità: «Il Festival del Film di Roma è un festival». E no, non è una tautologia. Non un carnevale romano, non un giro di giostra, non una finestrella sulla Fabbrica dei Sogni. E non una vetrina, un salotto elitario o una rassegna redcarpetcentrica, non uno sfizio pop o un sollazzo snob...
Il protagonista di 7 psicopatici sta scrivendo una sceneggiatura. La sceneggiatura di 7 psicopatici. Il suo nome è Martin. Come Martin, d'altronde, è il nome dell'autore del film che scorre di fronte ai nostri occhi: McDonagh, responsabile di quella splendida variazione sul...
Come vuole il noir: nel passato è già scritto il presente e non c’è sostanza per alimentare un possibile futuro. Siodmak compone immagini in cui si scolpiscono sfumature psicologiche, la circolarità della narrazione è già una bara, dentro cui si dibattono le passioni di un uomo. Sepolte vive....
Rubare alla mafia è un suicidio. Per Charley Varrick, che ruba soldi rubati, non è così. Non c’è tregua in questa caccia all’uomo, trionfo del montaggio alternato, di un’espressività urgente ma chirurgica, vittoria dell’acume individuale sulla (mala)organizzazione, parabola sociale al...
Da Shane Black lo Scream del cinema pulp, un gioco in abisso, stereotipo su stereotipo, con adesioni ciniche al genere e rispettose demistificazioni. Kilmer e Downey Jr. sposano ghignanti le dinamiche del buddy movie (slatentizzandone l’omosessualità) in un esasperato ...
Herzog ribalta Ferrara: si apre con il sacrificio personale, si chiude con l’insolente utilitarismo. Non è un rifacimento di Il cattivo tenente, è uno sfregio satirico: i protagonisti di Herzog non hanno mai domato il caos. Qui sì. È Herzog quel cattivo tenente. Sornione, deride la...
Il solo poliziesco di Martino ambientato a Roma è un oggetto atipico. Dalle parti di Petri, in quel territorio dove il cinema usa il genere come forma per discorrere schiettamente d’altro. Un poliziottesco civile, politicamente netto, che impone le sue implosioni anche a Tomas Milian.
Spartiacque del genere horror, cesura netta, violenta, brutale: l’inconscio americano si fa sangue e carne a brandelli, la borghesia è finalmente in pasto alla comunità redneck, l’orrore è il collante della famiglia, immersa in un grottesco sublime, in una parodia furente che non...
L’idiozia della società dell’informazione sforma il genere incentrato sulle informazioni: la spy story. La realtà è solo un orizzonte: prima ci sono le parole, la speculazione, le ipocrisie, le delazioni e, semplicemente, l’inefficienza cerebrale. Prima di Cogan. Killing Me Softly...
In un rigore stilizzato, che si muove tra Dreyer, Tati e una raccolta di figurine pop, la Hausner affronta un tabù del cinema d’oggi: il sacro. E se non c’è derisione né fiducia cieca nel miracolo, c’è un radicale atto di fede. Nell’unico territorio fertile che il cinema laico conosce: quello...
L’enigmatica vicenda dell’enfant sauvage tedesco secondo Herzog. Che, costantemente in bilico tra il momento presente e la sua elaborazione allucinata, fa sì che sulla pellicola si imprimano, insieme, verità e finzione, realtà e delirio, in un’immersione vertiginosa nell’essere...
Noir cupo e grottesco, feroce e fumettistico, primo saggio dei Coen sul caos e la stupidità umana, ribaltamento di un canone (qui è la luce a essere portatrice di terrore) e furioso gioco citazionista. La figura centrale, vedi inquadratura finale, è il cerchio: non ci sono vie di fuga, non ci...