Alberto Pezzotta
Alberto Pezzotta si è occupato di cinema italiano (Ridere civilmente. Il cinema di Luigi Zampa; Il western italiano; Regia Damiano Damiani; Mario Bava; la curatela, con Stefania Parigi, di Il lungo respiro di Brunello Rondi), di storia della critica (La critica cinematografica; la curatela, con Anna Gilardelli, di Alberto Moravia, Cinema italiano. Recensioni e interventi 1933-1990), di cinema orientale (Tutto il cinema di Hong Kong). Ha collaborato alla Storia del cinema mondiale di Gian Piero Brunetta e alla Storia del cinema italiano del CSC, oltre che a riviste come “Bianco e Nero”, "Imago", “8 1/2”. Scrive di cinema e musica su "Blow Up". Ha tradotto libri, tra gli altri, di Chinua Achebe, Eric Bogosian, Harry Crews, James Dickey, Barry Gifford, Jim Harrison, Hanif Kureishi, Lorrie Moore, Joyce Carol Oates, Hugues Pagan, Derek Raymond, Colm Tóibín.
Twitter: @APezzotta.
Che cosa ha rappresentato la Factory di Andy Warhol, negli anni 60-70 del secolo scorso? Tante cose che, nel bene e nel male, hanno cambiato l’arte e la cultura dell’Occidente. La promozione alla fama mediatica di persone prelevate dalla marginalità: “superstar” come Joe Dallesandro, Candy...
Nel Lazio del 1943-44, una madre e una figlia cercano di fuggire dalla guerra. All’inizio La ciociara doveva essere diretta da George Cukor e interpretata da Anna Magnani e Sophia Loren. Ma Nannarella non voleva sembrare troppo vecchia facendo la mamma di Sophia, e Vittorio De Sica...
Che regista è stato Pietro Germi, morto 50 anni fa? Uno dei più complessi, inclassificabili e popolari del nostro cinema. Nel 1953 un anonimo corsivista del rotocalco “Festival” (l’articolo è stato ritrovato da Paolo Noto, e va detto) scriveva: «Germi ha una voglia di western sparsa per tutto...
È indiscutibile che Anselm Kiefer sia uno degli artisti più significativi della contemporaneità. La sua arte, sulla carta così eclettica (combina pittura, installazione, anarchitettura, arte povera: solo il video, significativamente, sembra assente), si pone al tempo stesso come utopia e...
Un aspirante capomafia mette gli occhi su una quindicenne figlia di terremotati. Nessuno ne uscirà intero. All’epoca venne snobbato da critica e pubblico. Una piccola produzione, senza star. Un altro film siciliano sulla mafia del regista de Il giorno della civetta, ma senza quarti...
Non c’era un solo David Bordwell, o meglio: penso che nessuno potesse conoscere tutti i David Bordwell e seguire i loro molteplici interessi. Ma da ogni Bordwell c’era molto da imparare. In Italia lo si vedeva spesso al Cinema ritrovato di Bologna e alle Giornate del cinema muto di Pordenone....
Un ladro è testimone di qualcosa di molto scottante che riguarda il presidente degli Stati Uniti, e si trova nei guai. Una torsione manierista della macchina da presa che inquadra le Stimmate di san Francesco di El Greco (al Walters Art Museum di Baltimora). Non è quello che ci...
Nel Messico della rivoluzione un ambiguo americano si associa a un bandito trafficante d’armi. Lo aiuterà, involontariamente, ad acquisire coscienza di classe. Un classico, uno dei film più importanti del cinema (di genere, ma non solo) italiano, mai adeguatamente riconosciuto. La Cineteca...
È uscita pochi mesi fa la ristampa del romanzo Palpebre (Garzanti, pp. 240, € 13) di Gianni Canova. Che segno hanno lasciato i 13 anni che sono passati dalla prima edizione? Nel 2010 i pc avevano ancora l’icona della clessidra per indicare lo...
Bruce Willis a piedi nudi sconfigge ladri-terroristi che minacciano di far saltare in aria un grattacielo e tengono in ostaggio sua moglie. Nel 1988 il primo Die Hard fece sfracelli in tutto il mondo tranne che in Italia. I distributori ci credevano poco, lasciare il titolo...
Nel Messico rivoluzionario un mercenario svedese e un ex lustrascarpe devono far evadere un leader democratico. A quando un saggio, un convegno, un restauro su Sergio Corbucci? Sulla sua opera mostruosa (in senso buono) esiste solo un remoto e introvabile libro di Orio Caldiron. E non per l...
I soliti idioti nasce in tv nel 2009 e arriva al cinema nel 2011. Una vita fa. All’epoca molti si indignarono, da Piera Detassis a Concita De Gregorio. A me sembrarono il prodotto inconsapevole di un’Italia berlusconiana. E oggi, in un paese i cui protagonisti mediatici superano l’...
Nell’editoriale di Luca Guadagnino su Film Tv n. 52/2023 ci sono varie cose che interessano chi si occupa di critica e didattica del cinema. A parte la scoperta che Guadagnino leggeva Daney a 12 anni e una certa confusione tra “contenuto” e “profilmico”, ho respirato un’aria...
Ai tempi fu un dei film più sottovalutati di Mauro Bolognini; oggi La corruzione è stato giustamente rivalutato da chi ha studiato il regista. Che nel 1963, reduce da tre film bellissimi (La viaccia, Senilità, Agostino), già...
La cosa notevole della trilogia su Diabolik dei Manetti Bros. non è solo l’idea di serialità realizzata con efficienza e pragmatismo produttivo, evitando accuratamente il vorrei-ma-non-posso, ma anche il fatto di porsi al di fuori di ogni logica cinefila-citazionista-postmoderna, di cui c’era...
Che cosa rimane di Sergio Citti, a 18 anni dalla morte? «Unico esempio al mondo di cineasta di origine sottoproletaria» secondo il suo biografo più scrupoloso, Giuseppe Pollicelli, è stato fin dall’inizio percepito all’ombra del suo mentore Pier Paolo Pasolini; ed è autore di una dozzina di...
«Capire Roma non è impossibile. È inutile». L’ha detto Flaiano o Roberto D’Agostino? Importa saperlo? Il nome di Flaiano viene spesso evocato nei dialoghi tra D’Agostino e Marco Giusti che fanno da filo narrativo al documentario diretto e fotografato da Daniele Ciprì. Ma anche Flaiano, come il...
Terzo capitolo della cosiddetta Trilogia dell’incomunicabilità, L’eclisse fu croce e delizia per critici e spettatori del 1962; in seguito, probabilmente, è stato meno amato rispetto a L’avventura e a La notte. Di certo ci sono molti meno dialoghi: se, alla fine di...
Che cos’è un film perfetto? Non necessariamente un film da top ten della storia del cinema, una di quelle opere che aprono nuovi orizzonti e affrontano i massimi sistemi. Spesso questi ultimi film (pensiamo a quelli di Rossellini, o di Kurosawa) hanno dissonanze, sbavature. Ma...
Une sale histoire (su IWONDERFULL, come altri di Jean Eustache, col titolo inglese A Dirty Story; dal 15/8/2023 a € 7,99) è il terzo, grande film del regista di La maman et la putain, e il più enigmatico. Un film...
Livorno, anni 90. Il giovane proletario Piero divora libri, corre dietro alle ragazze, ma è vittima dei condizionamenti di classe, e finisce per adattarsi a una vita qualunque. Gran premio della giuria a Venezia nell’anno in cui vinse Hana-bi - Fiori di fuoco di Kitano. Molti...
Un immigrato superdotato ad Amsterdam. Un architetto e una giovane svedese. Un monsignore e una donna procace chiusi in un ascensore. Cito a memoria, ma ero un teenager e mi colpì molto: alla domanda «cos’è per lei la volgarità?», il giovane Nanni Moretti rispose (su “Panorama”, forse): «...
In Il sol dell’avvenire i dirigenti di Netflix criticano Nanni Moretti: nel suo film manca un momento what the fuck! ovvero un momento sorprendente, assurdo, non credibile, weird. C’è stato un tempo, però, in cui la...
Attenzione! Questa non è una guida al cinema erotico. Quindi badate bene: è inutile far la conta di chi e cosa manca, lamentarsi dell’assenza di Nagisa Oshima o Tinto Brass, Andrzej Zulawski o Louis Malle, Gaspar Noé o Alain Guiraudie, Adrian Lyne o Paul Morrissey. Ecco. Questa è una semplice...
Antonio Pietrangeli, il regista delle donne. Non si può dire certo sconosciuto e sottovalutato. La fama di Io la conoscevo bene (1965) è costantemente cresciuta da quando Roberto Silvestri, nel 1979, lo proclamò il miglior film italiano degli anni 60; e anni fa è stato...
Un illusionista in crisi aiuta un orfano uscito da una clinica psichiatrica a trovare i genitori, nell’Italia della contestazione. Da noi c’è sempre stata diffidenza per gli attori che passavano alla regia (tranne quando erano americani). Sordi è ancora da studiare, Manfredi ha fan sparuti...
Una volta Martin Scorsese ha detto che, dopo avere visto cento volte Quarto potere e Sentieri selvaggi, doveva ammettere di non riuscire a cavarne più fuori nulla di nuovo. Da tempo il film di Orson Welles del 1941 è stato scalzato dal podio...
Non si può non voler bene a Rocco Papaleo, che in un solo film mette dentro il jazz e Rocco Scotellaro, dirige bene attori quasi tutti esordienti (non solo Giorgia), crede nei suoi personaggi e vuole che anche lo spettatore se ne innamori. Alla sua quarta regia, però, incrocia tanti luoghi...
Secondo le statistiche di uno dei siti più forniti della cinefilia globale, il film più scaricato di Tinto Brass (e uno dei più scaricati in assoluto, a ridosso di Salò e di Il lamento sul sentiero) è Monamour, una delle sue ultime fatiche e tra le più dimenticabili....
Non vorrei tornare a parlare di Babylon, come se fosse uno dei film più importanti della stagione, ma l’editoriale del direttore (vedi Film Tv n. 10/2023) mi spinge a scrivere qualche riga. Di fronte agli ultimi minuti...